Il Portogallo è razzista?
È la grande domanda che ha riaperto il caso di Odair Moniz, l’uomo originario di Capo Verde ucciso dalla polizia a fine ottobre
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Iniziamo!
Il Portogallo è razzista?
È la grande domanda che ha riaperto il caso di Odair Moniz, l’uomo originario di Capo Verde ucciso dalla polizia in circostanze poco chiare a fine ottobre.
Dico “circostanze poco chiare” perché le indagini sono in corso e le cose che sappiamo su questa vicenda si contano sulle dita di una mano.
Sappiamo che Moniz aveva 43 anni e viveva ad Amadora, un comune portoghese che fa parte dell’area metropolitana di Lisbona (la stessa dov’è nato e cresciuto il leader di estrema destra André Ventura).
Sappiamo che aveva lasciato Capo Verde, ex colonia portoghese, quando era adolescente e che aveva tre figli.
Sappiamo che è stato in prigione per traffico di droga e rapina a mano armata e che lavorava come cuoco.
Sappiamo che è morto lunedì 21 ottobre, intorno alle sei di mattina, in un ospedale di Lisbona, con ferite alla testa, all’addome e al torace.
E ora, tutto quello che non sappiamo.
Non sappiamo perché alle 5:40 del mattino Moniz abbia visto un’auto della polizia e si sia messo in fuga.
Non sappiamo perché i due poliziotti che erano sulla macchina si siano insospettiti e abbiano deciso di seguirlo, prima in macchina e poi a piedi.
Non sappiamo perché uno dei due agenti abbia deciso di sparargli. In un primo comunicato, la polizia ha riferito che Moniz ha minacciato i due agenti con un’arma bianca. Un’informazione che è stata smentita poco dopo da uno dei video di sicurezza, dove si vede Moniz con le mani in alto, senza impugnare nessun arma.
Non sappiamo quanti colpi abbia sparato l’agente (tre o quattro?) e perché uno degli spari abbia colpito il petto di Moniz (e non la gamba, per mettere fine alla sua fuga senza ferirlo a morte).
Tutti questi interrogativi hanno alimentato cinque giorni di violente proteste in numerosi quartieri dell’area metropolitana di Lisbona.
Hanno dato vita anche a una manifestazione pacifica a Lisbona, alla quale hanno partecipato migliaia di persone per chiedere giustizia per Moniz, la cui uccisione è al centro di un’indagine della polizia per eccesso di legittima difesa.
Lo stesso giorno, il partito di estrema destra Chega ha organizzato una contromanifestazione in difesa delle forze dell’ordine a cui hanno partecipato circa 300 persone.
In reazione all’uccisione di Moniz, il segretario generale del partito ha anche affermato che “se la polizia sparasse di più con l’obiettivo di uccidere, in Portogallo ci sarebbe più ordine”.
Il Portogallo, però, non è un Paese dove “l’odio e le questioni razziali siano preoccupanti” e dove “i casi di calpestamento della dignità e dei diritti umani sono residuali”, ha rassicurato Luís Montenegro, primo ministro portoghese e leader del partito di centrodestra (PSD).
Ma è davvero così?
In una delle loro newsletter, i giornalisti di Fumaça hanno scritto:
“L'accusa di essere fuggito con la sua auto ricorda l'uccisione di MC Snake nel 2010. L'affermazione che avesse con sé un’arma ricorda l'esecuzione del quattordicenne Kuku nel 2009. L'accusa di aver opposto resistenza ricorda... Beh, tante storie di pestaggi nelle stazioni di polizia, a partire da quella del 2015, quando diversi residenti di Cova da Moura sono stati torturati proprio nella stazione di polizia di Alfragide, che si trova tra Zambujal e Cova da Moura”, due quartieri di Amadora.
Uno studio dell’antropologa Ana Rita Alves ha rilevato che per le persone nere la probabilità di essere uccise dalla polizia portoghese è 21 volte superiore a quella che hanno le persone bianche. Amadora è la seconda località in Portogallo per vittime della violenza della polizia tra il 1992 e il 2013.
Nel 2021, il Consiglio d'Europa ha chiesto al Portogallo di impegnarsi di più nel riconoscere il suo passato coloniale.
Come mi ha aveva raccontato in un’intervista il professore Mohammed Nadir, esperto in relazioni luso-africane, “i portoghesi nutrono ancora un fortissimo immaginario nazionale legato al periodo delle ‘scoperte’, che di fatto non è niente più che una vera e propria violenta espansione coloniale in America, Asia e Africa. Questa narrazione eroica è ancora oggi dominante nella cultura portoghese”.
Tornando al presente, dopo l’omicidio di Moniz, il governo di Montenegro si è riunito con 15 associazioni che si occupano di lotta al razzismo e diritti delle persone razzializzate per instaurare un dialogo.
Al momento, nessuna nuova misura è stata annunciata.
Per approfondire:
Il caso del corso sul razzismo dell’Università di Lisbona tenuto da uno staff composto solo da persone bianche (ne ha scritto il Guardian, in inglese).
“Racismo à portuguesa”, una serie di approfondimento sulle discriminazioni che vivono le persone razzializzate in Portogallo al lavoro, a scuola, in ospedale o quando cercano una casa (Público, in portoghese)
Un po’ di introspezione: questa newsletter di
sulla necessità di un museo post coloniale della violenza fascista e italiana e questo articolo di Nicola Lagioia su Lucy, intitolato “Di cosa parliamo quando parliamo di razzismo in Italia?”.
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Forti piogge sono tornate a colpire la Spagna, in particolare la provincia di Malaga, causando gravi danni - fiumi esondati, abitazioni evacuate, ospedali allagati, interruzioni dei servizi di autobus, metro e treni ad alta velocità - ma nessuna vittima. Nel frattempo, nella Comunità Valenciana, la nuova allerta rossa ha portato al rinvio dell'attesa comparsa del presidente della regione, Carlos Mazón, per fare chiarezza su come ha gestito l’alluvione.
A livello europeo, su indicazione del Partido Popular (centrodestra), l’eurogruppo dei popolari ha bloccato l’approvazione dell’attuale ministra della Transizione ecologica Teresa Ribera a vicepresidente e commissaria, chiedendo che dia spiegazioni sulla gestione dell’alluvione nella Comunità Valenciana e che si dimetta in caso venisse indagata.
La crisi del sistema sanitario portoghese continua: sono già sei le indagini aperte per carenze nei servizi di soccorso. Questa settimana Ana Paula Martins, ministra della Salute portoghese, ha visitato l'INEM (Istituto Nazionale di Emergenza Medica), indagato per non aver garantito il servizio minimo durante lo sciopero iniziato lo scorso 6 novembre.
Il giudice di Madrid incaricato dell'indagine per aggressione sessuale contro l'ex portavoce di Sumar Iñigo Errejón ha archiviato in via provvisoria il caso in attesa che l'avvocata della denunciante ritorni dalla sua assenza per malattia. Nel frattempo, Yolanda Díaz ha nominato Verónica Martínez Barbero come nuova portavoce di Sumar al Congresso in sostituzione di Errejón.
In Portogallo sono state raccolte circa 80 testimonianze di molestie nel mondo del jazz. Il Guardian ha raccolto invece le esperienze di nove donne che sono state molestate durante il cammino di Santiago negli ultimi 5 anni.
Da fuori a dentro: “Il cambiamento climatico non esiste”, “i colombi sono droni che ci spiano”, “il 5G serve a manipolare la popolazione”, “la terra è piatta”, “gli esseri umani non sono mai andati sulla luna”, “ho paura”.
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A presto,
Roberta
Il Portogallo ha un passato coloniale molto più lungo rispetto a quello Spagnolo, che si è spento prima. Diciamo che i portoghesi hanno inventato il colonialismo moderno, e come tutti i paesi colonizzatori mantengono un substrato culturale di superiorità, rispetto ai popoli colonizzati. Io, per esempio, ho notato anche in Spagna sprezzanti atteggiamenti di superiorità rispetto ai latino americani; anche da parte della polizia, che non credo sia più tenera di quella portoghese. La verità è che, per quanto si possano avere atteggiamenti accoglienti verso gli stranieri, se ne hanno sempre pochissimi verso le persone provenienti dall'Africa, soprattutto quella sub sahariana. Non è una cosa che ci fa onore, ma penso che da questo punto di vista tutti gli europei soffrano ancora di un senso di supremazia verso l'uomo nero, e in un momento storico in cui il fascismo, il razzismo e l'estrema destra rialzano la testa un po' ovunque, mi sa che ci saranno sempre più casi di questo genere, a meno che non ci sia una riscossa generale da parte della società civile.
Non ci possiamo dire democratici se i diritti non valgono per tutti.
Bellissima riflessione.
Nella mia bolla, molte persone che conosco o con cui condivido momenti sono nate o vissute in Africa. Altri sono di famiglia Goesa o Macanese. Altri hanno famiglie in Brasile.
La lingua portoghese è tra quelle iberiche la più contaminata da parole arabe (a almofariz a gergelim (brasiliano), con toponimi arabi ovunque e vestigi di edifici dell’epoca.
Nel secondo libro di cucina scritto in Portogallo, del 1500, c’è una ricetta di curry, una di tempura m, e una di “spaghetti” dolci con pollo uvette e cannella proprio come si mangia oggi in Marocco.
Per me, nessun paese è più accogliente e meno razzista. Un crogiolo di culture ancora oggi (basta andare a Martim Moniz o via Benformoso, vivono lato a lato i milionari golden visa americani, i francesi con le pensioni d’oro e i bengalesi di Uber.
Basta vedere come il Portogallo accoglie una grande comunità libanese (che apre ristoranti e gruppi di hotel) così come esuli israeliani.
Che la destra di Chega sia in crescita è normale - sta crescendo in tutto il mondo, spronata da un turbocapitalismo autofago ed un rigurgito di mascolinità tossica e patriarcato.
Ma confido molto nei portoghesi - che hanno sempre saputo liberarsi di governi soffocanti in modo efficiente, dall’ultimo re preso a pistolettate, alla pacifica transizione democratica facilitata dall’esercito (mica come noi)