André prima di Ventura
Questa è la maxi storia di come la vita di André Ventura è cambiata, capovolta, sotto sopra sia finita
Ciao!
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Spero tu abbia colto la citazione raffinatissima che ho messo nel sottotitolo oggi. In caso non lo avessi fatto, clicca qui.
Iniziamo!
André prima di Ventura
Fino a qualche anno fa, il Portogallo era uno dei pochissimi Paesi europei a non avere un partito di estrema destra.
Il motivo? Per qualche tempo, si è pensato che fosse a causa del trauma ancora troppo recente della dittatura fascista di António Salazar, finita cinquant’anni fa.
Da una parte, è una teoria vera, o almeno lo è stata per un periodo. Vera al punto che il principale partito di destra portoghese si chiama Partido Social Democrata (e quello di sinistra? Partito Socialista. Sì, è normale un po’ di confusione).
Dall’altra, non lo è.
“La domanda da parte dell’elettorato di un partito populista in Portogallo c’era eccome. È iniziata circa vent’anni fa, soprattutto a causa della stagnazione economica. All’estrema destra non mancavano gli elettori, ma un leader”, mi ha spiegato Riccardo Marchi, professore all’Università Lusófona di Lisbona.
Quel leader si chiama André Ventura e questa è (molto in breve) la sua storia.
André il seminarista
André Ventura nasce in un quartiere della periferia di Lisbona, all’interno di una famiglia laica della bassa borghesia bianca portoghese.
Da piccolo, il suo idolo è il famoso ciclista Lance Armstrong. Ma a fine anni Novanta ha un'illuminazione: la sua strada non è il ciclismo, ma la Chiesa.
Si converte, entra in seminario, ma poi lo abbandona. Ancora oggi, tuttavia, basa molta della sua retorica sulla fede, al punto di sostenere che Dio gli abbia dato la missione di trasformare il Portogallo.
André il giurista
Uscito dal seminario, Ventura studia giurisprudenza: si laurea con ottimi voti e, dopo un breve periodo all’Agenzia delle Entrate portoghese, inizia un dottorato.
Il tema delle sue ricerche? Il populismo penale che, come ben riassume questo articolo di Valigia Blu, “è un approccio politico e comunicativo che si caratterizza per discorsi semplicistici, che enfatizzano la componente emotiva di paura e odio e sfociano in proposte repressive verso chi ha commesso un reato”.
Un approccio che nel 2013 Ventura critica e che, dieci anni dopo, invece, sposa allegramente: il rispetto della legge è la linea che oggi il suo partito traccia tra i portugueses de bem (i portoghesi buoni) e i portugueses de mal (quelli cattivi).
(Una chicca: oltre alla tesi di dottorato, in quel periodo Ventura scrive anche due libri autopubblicati. Ha l’ambizione di essere il Salman Rushdie europeo, ma fallisce).
André il commentatore sportivo
Ventura è sempre stato un grande tifoso del Benfica, che insieme al Porto e allo Sporting è uno dei tre grandi club del calcio portoghese (conosciuti come os três grandes).
Dopo un breve periodo come consulente, cambia lavoro e diventa commentatore sportivo, prima per Benfica TV e poi per il canale generalista CMTV.
In parallelo, inizia la sua carriera politica: entra nel PSD (partito di destra, ricordi?) e nel 2017 si candida alle elezioni municipali di Loures, un comune del distretto di Lisbona.
Perde, ma non prima di diventare un fenomeno mediatico a causa di una campagna basata sull’odio verso la comunità romaní portoghese e sull’islamofobia.
Dopo la sconfitta, esce dal partito e decide di fondarne uno nuovo: Chega, che in portoghese vuol dire “basta”.
André il politico antisistema
Nel 2019 entra in parlamento come unico deputato del suo partito. Durante la pandemia, propone di isolare tutta la comunità romaní portoghese: un’uscita razzista che gli vale il licenziamento dalla CMTV.
Nel 2022 si candida per la prima volta alle elezioni presidenziali: perde, ma Chega diventa ufficialmente la terza forza politica del Paese.
Lo è ancora oggi.
Ed esiste la possibilità che, alle prossime elezioni, inizi a governare in coalizione con il PSD, il partito del sistema in cui è cresciuto quello che si (auto)definisce l’unico politico antisistema portoghese.
Per approfondire:
Una serie di reportage video del giornale portoghese SIC su Chega, ma anche su Vox, Lega e Rassemblement National.
A Nova Direita Anti-Sistema: O Caso do Chega, il libro del professor Marchi.
Un’intervista a Miguel Carvalho, il giornalista che forse conosce meglio il partito e il suo elettorato.
Il podcast Entre Deus e o Diabo, in cui il giornalista di Expresso Vitor Matos racconta nei dettagli la vita di André Ventura. È un po’ sensazionalista, ma ricchissimo di interviste.
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Para 🗓️
Due mostre a cui andrei se fossi in Italia:
Cristino de Vera - Eremita della pittura, fino il 4 maggio nella Sala Dalì dell’Instituto Cervantes di Roma.
Robert Capa e Gerda Taro: la fotografia, l’amore, la guerra, fino al 2 giugno al Centro Italiano per la Fotografia di Torino. La mostra racconta in “120 fotografie uno dei momenti cruciali della storia della fotografia del XX secolo, il rapporto professionale e affettivo fra Robert Capa e Gerda Taro, tragicamente interrottosi con la morte della fotografa in Spagna nel 1937”.
Para 📖
Il cous-cous dove non te lo aspetti: nel Nord del Portogallo.
Due uscite letterarie che sto tenendo d’occhio:
La volontaria, di Adrien Bosc (Guanda), che racconta il periodo che la filosofa francese Simone Weil passò nelle Brigate internazionali durante la guerra civile spagnola.
La famiglia, di Sara Mesa (La Nuova Frontiera), “un regno di ambiguità in cui il buono e il sinistro, l'accettabile e il riprovevole, la tranquillità e la minaccia si mescolano e si trasformano”, come ha scritto la stampa spagnola. La casa editrice ha creato anche una bella playlist a tema.
Para 🎧
“Che suono ha la libertà?” è il nome della campagna nazionale portoghese per la raccolta dei documenti sonori della Rivoluzione dei Garofani lanciata dalla Commissione commemorativa del 25 aprile. Le grafiche sono bellissime, l’iniziativa pure.
Zorra, la canzone che il duo spagnolo Nebulossa porterà all’Eurovision e fonte di qualche polemica.
È tutto per oggi!
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Roberta