Il LeBron James della politica spagnola
È Pedro Sánchez, che negli ultimi giorni si è preso un'inaspettata pausa di riflessione dalla politica che ha portato a più domande che risposte
Ciao!
Questa è Ibérica – Una finestra sull’altra penisola, la newsletter che una volta a settimana ti porta in Spagna e Portogallo, senza bisogno di prendere l’aereo.
Oggi ti parlo di politica, anche perché sarebbe strano non farlo dopo quel che è successo negli ultimi giorni.
Il primo ministro spagnola Pedro Sánchez si è preso infatti una pausa di riflessione dalla politica a causa dell’apertura delle indagini nei confronti di sua moglie, Begoña Gómez, e dagli attacchi che la coppia stava subendo da parte dell’opposizione e da una fitta galassia di organizzazioni di ultradestra.
Lo faccio, anche se so che non è l’argomento preferito di parte delle lettori e delle lettrici di questa newsletter (o almeno, i dati di Substack mi dicono questo).
Credo, però, che la politica non debba per forza essere qualcosa per “addetti ai lavori” o un “male necessario”. Che possa essere raccontata in maniera chiara, interessante, e anche, perché no, divertente.
O almeno, questo è lo spirito con cui spero di riuscire a farlo. (Non sono l’unica: anche Pietro e Simone, ad esempio, lo fanno con
per la politica italiana).Iniziamo!
Il LeBron James della politica spagnola
Dicevamo: una pausa di riflessione dalla politica.
Sánchez ha annunciato questa decisione mercoledì scorso condividendo sui suoi canali social una “lettera alla cittadinanza”.
Solo poche ore prima, una magistrato di Madrid aveva annunciato di aver aperto un’indagine contro la moglie, Begoña Gómez, accusata di aver sfruttato la sua posizione per fare in modo che la compagnia aerea AirEurope ottenesse un finanziamento da parte dello governo di 475 milioni di euro.
La denuncia che ha fatto partire l’indagine arriva da Manos Limpias, un’organizzazione nota per le sue posizioni di estrema destra.
(Se te lo stai chiedendo: sì, Manos Limpias vuol dire “mani pulite” e il riferimento a Tangentopoli è voluto).
Ora, non è la prima volta che Manos Limpias denuncia un politico o una persona vicina: lo ha già fatto, sempre nei confronti di personalità di sinistra, e molto spesso le accuse erano infondate o inconcludenti.
In questo caso, la denuncia si basa sulle informazioni diffuse da una serie di giornali conservatori e che, a detta del fondatore dell’organizzazione, potrebbero anche essere false.
Torniamo a Sánchez, che pubblica la lettera e scompare. Letteralmente. Per cinque giorni.
(Dimmi che segno sei e ti dirò quale frase della lettera ti rappresenta).
Nel frattempo, sabato, i membri del partito socialista e i suoi elettori si ritrovano davanti alla sede del partito a Madrid. È un momento di catarsi collettiva: ad alcuni entra persino qualche bruscolino negli occhi.
Tra un discorso e l’altro, suona Pedro di Raffaella Carrà, Quedate (che vuol dire: resta) di Bizarrap e Quevedo, No ha parado de llover di Maná (che recita: solo e senza di te/ sono come un cane ferito). La ministra della transizione ecologica afferma: “siamo come cani: leali e fedeli”.
(Se il riferimento canino non ti è chiaro, recupera questa newsletter:)
Sánchez convoca una conferenza stampa per il lunedì (il calendario, senza neanche farlo apposta, segna: San Pedro Mártir, Pietro Martire).
La sua decisione ha messo la Spagna di fronte alla prospettiva concreta di dover aggiungere ancora una data al calendario elettorale: sarebbe la settima elezione in poco più di un anno.
Alla fine, non ce n’è bisogno: annuncia che continuerà al governo e che questo momento segna un “punto e a capo” nella politica spagnola e nella lotta contro la “macchina del fango” non solo nel Paese, ma nel mondo.
“[Siamo] una società che ha sorpreso il mondo per la sua accettazione entusiasta dei diritti e delle libertà, diventando un punto di riferimento internazionale per la libertà, la democrazia, il progresso e la convivenza. Oggi chiedo alla società spagnola di tornare a essere d’esempio, una fonte di ispirazione per un mondo scosso e ferito”.
Qualche spunto di riflessione
“Sánchez non è un giocatore di scacchi, ma di basket”, ha scritto l’imprenditrice Maria Alvarez su X.
“I politici tradizionali erano giocatori di scacchi. Si erano fatti le ossa con il pensiero a lungo termine, calcolando le proprie mosse e quelle degli altri, in uno scenario iper-regolato in cui i pezzi possono fare pochissime mosse.
Nel calcio e nella pallacanestro il possesso è la cosa più importante, e questo è ciò che fa Sánchez. Ogni volta che vede che l'avversario ha la palla, gliela porta via”.
Il thread continua qui, il succo è: con questa mossa, Sánchez ha ripreso in mano la narrazione su di lui e sulla moglie.
Non è la prima volta che lo fa, anzi: è un po’ la sua firma, come avevo raccontato qui.
Sánchez era a un passo dal fare la fine di Antonio Costa, ex primo ministro del Portogallo, che si è dimesso a causa di accuse che sembrano ogni giorno più deboli.
Ma anche, da quella dell’ex prima ministra neozelandese Jacinta Arden, che ha rinunciato alla politica dopo aver finito le energie psicofisiche per svolgere al meglio il suo incarico.
Che tra le righe della decisione di Sánchez si legga più una scelta personale o politica, la “macchina del fango” esiste.
Esisteva già l’estate scorsa, durante la campagna elettorale.
Ed è solo peggiorata, al punto che la presidente della comunità di Madrid Isabel Ayuso ha commentato un discorso di Sánchez in parlamento dicendo: qué hijo de puta (per poi smentire tutto, correggendosi con un: me gusta la fruta).
Al punto che esiste una teoria del complotto secondo cui Begoña Gómez è una donna trans (in Francia è successo lo stesso a Brigitte Macron: lo racconta
qui).Al punto che una delle principali fonti di disinformazione, l’attivista Alvise Perez, denunciato più volte, si è candidato alle elezioni europee e, secondo gli ultimi sondaggi, potrebbe prendere più voti di molte altri partiti storici, come Junts o il PNV.
Esiste solo in Spagna? No. Ma è da tempo che alcuni studiosi, come Luis Miller, segnalano la crescente polarizzazione del Paese e la sua forte componente emotiva. Per alcuni, il momento di svolta è stato il procès, ovvero gli sforzi politici e sociali che dal 2012 hanno provato a portare all’indipendenza catalana. Per altri, gli attentati di Madrid dell'11 marzo 2004.
(Una playlist che si ispira alla “lettera alla cittadinanza”).
In cosa consiste quindi il piano di Sánchez per rigenerare la democrazia spagnola? Non lo sappiamo. Nel discorso di lunedì c’era tutto, tranne qualche misura concreta.
Ma a cosa serve rubare la palla all’avversario se poi non ti avvicini al canestro?
Per approfondire:
Luci e ombre di Manos Limpias (in spagnolo).
Secondo la giornalista Máriam Martínez-Bascuñán, “fare gioco sull’emotività e uscirne indenni è un privilegio maschile”. Trovi il suo commento qui (in spagnolo).
La sinistra spagnola non c’entra niente con la “macchina del fango”? Non proprio, come spiega María Ramírez sul Guardian (in inglese).
☕Un caffè, solo per oggi o uno al mese!
È quello che puoi offrirmi se la newsletter di oggi ti è piaciuto o se leggere Ibérica ogni settimana ti aiuta a capire meglio cosa succede in Spagna e Portogallo.
Ibérica è infatti un progetto indipendente: il tuo sostegno è fondamentale per permettermi di dedicare sempre più tempo e risorse per scoprire e raccontare storie uniche dalla penisola iberica.
🗞️ Cuéntame cómo pasó
Centinaia di migliaia di persone hanno partecipato giovedì scorso alla manifestazione organizzata a Lisbona per festeggiare i 50 anni della Rivoluzione dei garofani.
Nei Paesi Baschi, i due principali partiti, il Partido Nacionalista Vasco, di centro, ed EH Bildu, sempre nazionalista basco, ma di sinistra, hanno ottenuto lo stesso numeri di seggi, ma sarà il PNV a tornare al governo insieme ai socialisti per la terza legislatura consecutiva.
I socialisti portoghesi non ricandideranno nessuno dei loro attuali parlamentari europei. Forse un tentativo di rinfrescare l'immagine del partito dopo gli scandali di corruzione che hanno portato alle dimissioni di Antonio Costa, e la successiva sconfitta alle elezioni politiche dello scorso 10 marzo.
Il 20 aprile, 57mila persone sono scese in strada alle Canarie in una manifestazione storica contro il turismo, che rappresenta sia il 35% del PIL delle isole, ma anche una grande fonte di povertà e difficoltà sanitarie e abitative.
Un paio di foto del Sant Jordi di quest’anno sul nuovissimo profilo Instagram di Ibérica (che ti invito a seguire!).
👋 È tutto per oggi!
Se non l’hai ancora fatto, iscriviti a Ibérica: esce una volta a settimana e dentro trovi pezzi di approfondimento, rassegne stampa e contenuti selezionati da Spagna e Portogallo.
P.S. Se Ibérica ti finisce in spam, spostala nella sezione principale della tua casella mail in modo che Gmail capisca che ti interessa leggerla!
A venerdì,
Roberta
Da appassionato di politica, di basket ma soprattutto di Ibérica, non posso che apprezzare enormemente 😍 bella puntata!
Onestamente, conoscendolo, non ho mai pensato che si sarebbe dimesso, magari si sarebbe sottoposto a una fiducia in Parlamento, ma riconquistarsi Paese e partito di nuovo in auto, solo contro tutti, no. Secondo me bisognerebbe insistere moltissimo sulle fakenews della destra (dall'11 marzo 2004, direi), dal ruolo pessimo della FAES di Aznar (l'uomo dietro ogni crispacion politica spagnola, già autore del pessimo Vayase senor Gonzalez, e scusa se non uso accenti, ma ho tastiera italiana ;) ), su come la destra stia impedendo il rinnovo del Consiglio Superiore della Magistratura da ben 5 anni, per mantenerne il controllo e contro ogni indicazione della Costituzione, sulle troppe fakenews dei giornaletti web della destra e dell'"acoso" a Sanchez, da El Mundo a El Confidencial (ci sono titoli di editoriali davvero tristi e toni da tabloid britannici, più che da quotidiani "seri"). Dal 2004 la destra non dà mai legittimità ai governi del PSOE, inasprendo il dibattito politico e trattando i Presidenti del Governo come occupatori illegittimi del potere. Io trovo tutto questo preoccupante e penso che sia giusto raccontare anche questi aspetti della Spagna, fai benissimo a farlo. Un Paese è soprattutto la sua politica, poi tutto il resto, per me. Io amo la politica spagnola, la seguo con passione da anni ed è vedere i loro dibattiti, che mi fa pensare che prima o poi andrò a vivere in Andalusia.
PS Se la situazione in Catalogna si è incancrenita e si è arrivati al 2017 è grazie all'immobilità di Mariano Rajoy: quando il nazionalismo è intorno al 30%, c'è un problema politico che va risolto, non si fa finta di niente come ha fatto lui.