Ciao!
Questa è Ibérica – Una finestra sull’altra penisola, la newsletter che una volta a settimana ti porta in Spagna e Portogallo, senza bisogno di prendere l’aereo.
Questa è, per la precisione, l’ultima Ibérica dell’anno: la settimana prossima sarà composta, almeno per me, da un’infinita serie di cene di Natale (che spero di affrontare con questo spirito), quindi gioco d’anticipo.
In questa newsletter troverai:
la risposta alla domanda “com’è andato il 2023 per Ibérica?”
una sorpresa (un po’ poco natalizia, va detto)
l’ultimo inserto della rubrica Para 🍽️, a cura di
: ci salutiamo con un paio di bollicine portoghesi (che c’è di meglio?)
Iniziamo!
Ibérica Wrapped
Ho pensato di chiudere l’anno mettendo in fila un po’ di numeri.
Lo faccio per due motivi, soprattutto.
Il primo è che mi piace quando lo fanno gli altri, come ad esempio Jonathan Zenti nelle ultime puntate del suo podcast Problemi DELI.
Mi piace perché mi fa capire più a fondo questo strano mondo dei progetti editoriali indipendenti, chi li fa e soprattutto come.
Il secondo è che mi sembra un buon esercizio di trasparenza nei confronti di te che mi leggi, che sia da dieci mesi o dieci giorni.
Iniziamo da qui:
Oggi, Ibérica ha 924 iscritti e un open rate del 56%.
Cosa vuol dire? Vuol dire che ogni mese si iscrivono circa un centinaio di persone e che più della metà di chi la riceve finisce per leggerla.
Sono i numeri di una newsletter che sta bene, e per questo ti ringrazio: il merito è soprattutto tuo, che mi leggi ogni venerdì e che condividi con me e altre persone entusiasmo e curiosità per la Spagna e il Portogallo.
Un paio di dati in più:
la principale fonte di iscrizioni è il sito di Substack, mentre Instagram, Facebook e LinkedIn sono in fondo alla classifica
l’82% delle persone che leggono questa newsletter vivono in Italia, il 6% in Spagna e il 2% in Portogallo
Piani per il futuro: portare Ibérica su TikTok (!) e aumentare il numero di iscritti dalla penisola iberica.
Ma anche: trovare un modo per rendere questo progetto economicamente sostenibile.
Da marzo a oggi, Ibérica ha raccolto 77 euro in donazioni.
Un cifra di cui sono fierissima, e per cui ringrazio ognuna delle 15 persone che ha donato quest’anno.
Una cifra che, tuttavia, è evidente, non corrisponde al tempo e alle risorse che impiego ogni settimana per scoprire e raccontare storie da Spagna e Portogallo.
Nel 2024 ci sarà qualche novità in questo senso, ma nel frattempo, se non l’hai ancora fatto o se hai voglia di farlo di nuovo, ti invito a sostenere questo progetto e la sua idea di giornalismo indipendente e approfondito:
Per finire, ti lascio con una mia personalissima classifica delle 5 newsletter che mi sono divertita di più a scrivere (sì, faccio favoritismi) e che tu puoi divertirti a recuperare, con calma, durante le vacanze:
La prima casa di riposo per anziani LGBTQIA+ del Sud Europa
Sarà a Madrid e ho intervistato il suo fondatore, Federico Armenteros
Come Ibiza è diventata l’isola che conosciamo, grazie (o per colpa?) del franchismo
Diventare la patria degli expat, una legge alla volta
La più grande campagna di rebranding nazionale degli ultimi anni
Come Barcellona è diventata la capitale europea dei pattini a rotelle
Il surfista Garrett McNamara l'ha trovata a Nazaré, un piccolo villaggio di pescatori in Portogallo
Un regalo 🎁
Ovvero, una playlist con le canzoni che ascolto più spesso quando scrivo questa newsletter, da salvare e mettere su quando preferisci:
Para 🍽️
L’ultimo inserto di Para 🍽️, la rubrica a cura di Gastroillogica, autrice di
“Brindiamo e ci salutiamo così, con delle bollicine portoghesi. Vengono dalla regione della Bairrada, nota per il porcellino cotto nel forno a legna, e ne sono il perfetto accompagnamento: astringenti, aciduli, frizzanti.
Quinta das Bageiras è un classico portoghese: Mário Sergio è uno dei grandi enologi di questo Paese e continua la tradizione iniziata dal padre (il “Pai Abel” che dà nome all’omonimo vino prodotto da questa cantina). Maria Gomes, Bical e Cerceal sono le uve che vengono usate per il “Bruto”, il brut locale che assomiglia ai nostri “Trentodoc”.
Filipa Pato: anche lei, come Mário Sérgio è una figlia d’arte (il grande enologo e produttore Luis Pato è il padre), ma in una sorta di rottura con la tradizione ha scelto un percorso proprio, incentrato sulla Baga, un’uva portoghese molto speciale. Ed è proprio con la Baga che crea il meraviglioso spumante rosé 3B (Baga – 70%, Bical – 30%, e la terza B e la regione di produzione: Bairrada). Si trova in carta anche in molti ristorant in Italia!
Bonus track:
Agua das Pedras: non potevo non menzionare la “San Pellegrino” locale: un’acqua naturalmente frizzante e salata, il nome intero sarebbe “acqua delle pietre salate”. Un po’ sorprendente per noi italiani, ma sicuramente rinvigorente come una Gatorade dopo aver sudato sette camicie su e piú per i sette (o più) colli di Lisbona! In Portogallo è usata come rimedio del “giorno dopo un grande pranzo”, per cui mi pare adattissima alle feste”.
È tutto per oggi!
Se la newsletter di questo venerdì ti è piaciuta, aiutami a far conoscere Ibérica a nuove persone. Inoltra questo numero o clicca qui:
Se invece ti hanno inoltrato questa mail, questa è la tua occasione per iscriverti:
Buone vacanze,
Roberta
Ma che bell'idea condividere numeri e statistiche! Soprattutto per chi è nuovo a raccontare cose in forma di newsletter (tipo me, mille anni dopo il mio ultimo blog di cazzeggio) è super interessante vedere come va il viaggio altrui :)
Un abbraccio dall'Iberia!