Oro liquido
Le conseguenze meno conosciute dell’aumento del prezzo dell'olio extravergine d’oliva: furti, frodi e intossicazioni
Ciao!
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Tra le cose che mi hanno colpito di più a febbraio, quando mi sono trasferita a Barcellona: il numero di panchine dove sedersi nel mio quartiere e il prezzo delle bottiglie di olio extravergine d’oliva al supermercato (oltre al fatto che avessero tutte l'antitaccheggio).
Sulle panchine torniamo l’anno prossimo: oggi invece parliamo di olio d’oliva, di quello vero, che costa sempre di più, e di quello falso, che continua a circolare all’interno dell’Unione europea, con conseguenze potenzialmente letali.
Iniziamo!
Oro liquido
Jaime Vaquero nel 1981 ha otto anni e una serie di sintomi che i medici non riescono a ricondurre a nessuna malattia.
Non è l’unico: da aprile in poi, migliaia di altre persone nella regione di Madrid e dintorni iniziano ad avere mal di stomaco, problemi muscolari, nausea.
A pochi giorni dall’inizio dei sintomi, Vaquero diventa la prima vittima di quello che con tempo sarebbe stato riconosciuto come il primo caso di avvelenamento di massa della storia della Spagna.
Oggi, quell’episodio è riconosciuto come la peggiore crisi sanitaria della storia del Paese dopo la pandemia da Covid-19.
Il motivo? Il consumo di olio di colza mischiato con anilina, una sostanza velenosa, destinato all’uso industriale e venduto, invece, come olio extravergine d’oliva.
La sindrome dell’olio tossico uccide circa 5mila persone e ne colpisce 25mila: 12mila di queste sono ancora in vita, secondo le stime dell’associazione Seguimos Viviendo (non esistono dati ufficiali).
Ancora oggi fanno i conti con le conseguenze dell’intossicazione: cardiopatie, dermatiti, problemi neuromuscolari, digestivi e articolari.
“Si ammalarono tutte nello stesso momento. Era molto strano per una malattia infettiva”, ha spiegato in un’intervista il pediatra Juan Casado, che dopo aver analizzato l'età, il luogo di residenza e l'alimentazione dei pazienti riuscì a individuare la causa: bottiglie di olio d’oliva venduto nei mercati ambulanti a prezzi molto bassi e non adatto al consumo umano.
Negli anni Novanta, una sentenza riconosce colpevoli dell’intossicazione decine funzionari delle aziende alimentari RAELCA e RAPSA: lo Stato spagnolo viene invece riconosciuto come responsabile civile.
I primi risarcimenti alle vittime arrivano a inizio anni Duemila, quando alcune di loro sono già morte o gravemente malate.

Perché ti racconto questa storia oggi?
Perché è una vicenda poco conosciuta (non solo all’estero, anche in Spagna). Io stesso l’ho scoperta e approfondita mentre raccoglievo materiale per un articolo per SKYTG24 sull’aumento del prezzo dell’olio extravergine d’oliva.
Come ho scritto nel pezzo, infatti:
“Bari in Italia, Chania in Grecia e Jaén in Spagna rappresentano i mercati dell'olio d'oliva più significativi dell'Unione Europea, dato che insieme coprono oltre il 60% della produzione mondiale.
Secondo i dati più recenti dell’International Oil Council, nel 2023 i prezzi dell'olio extravergine d'oliva hanno subito aumenti vertiginosi: a Jaén ha raggiunto 797,5 euro ogni 100kg (+80,2% rispetto al 2022), a Bari 870 euro ogni 100kg (+63,8%) e a Chania addirittura 770 euro per 100kg (+123,2%). Questi incrementi sono principalmente dovuti all’aumento di episodi di siccità, inondazioni e incendi, che hanno causato un drastico calo della produzione negli ultimi anni”.
Vale lo stesso anche per l’olio prodotto in Portogallo, dove la regione di riferimento per le rilevazioni è Trás-os-Montes.
E ora arrivo al punto: l’aumento del prezzo di un prodotto così fondamentale per la gastronomia mediterranea ha numerose conseguenze.
La prima è l’aumento di casi di etichettatura errata, potenziali frodi e problemi di sicurezza legati a oli contaminati. Sempre dall’articolo:
“Dall'inizio del 2023, su 182 notifiche di frode e non conformità relative all'olio d'oliva inviate alle istituzioni europee, 54 riguardavano prodotti italiani, 41 spagnoli e 39 greci.
Le tecniche di adulterazione variano dalla miscelazione di oli di alta qualità con adulteranti a più economici, alla creazione di miscele che imitano l'olio extravergine”.
Per casi più specifici (tra cui un grande sequestro avvenuto in Puglia!) e per un’analisi più approfondita sul ruolo del cambiamento climatico, ti rimando al prezzo completo.
La seconda conseguenza riguarda un altro tipo di attività criminali.
A inizio anno, in Spagna, le bottiglie di olio d’oliva sono diventate alcuni dei prodotti più rubati nei supermercati, al punto che in molti punti vendita vengono applicate etichette antitaccheggio che possono essere rimosse solo dal personale.
(Sia in Italia che in Grecia, inoltre, non è raro che negli uliveti non sorvegliati vengano rubati rami carichi di olive o addirittura alberi interi).

La terza è, allo stesso tempo, economica, gastronomica e affettiva.
Per spiegarla, ho chiesto una mano a
, autrice di :“Quando i prezzi al consumo non si abbassano, i consumatori fuggono verso alternative più a buon mercato - oli vegetali oppure offerte di grandi buyers come Mercadona. La qualità, per molti consumatori, non è ancora un fattore discriminante.
Per Pedro Sánchez, chef del ristorante stellato Bagá (a Jaén, in Spagna): “C’è ancora tanto lavoro da fare, soprattutto per educare all’uso di un prodotto così speciale e delicato”. Gli fa eco Edgardo Pacheco, giornalista di Público, divulgatore gastronomico e autore del libro sui 100 migliori oli d’oliva portoghesi: "Spesso registro un livello sorprendente di mancanza di conoscenza del prodotto, persino da parte dei professionisti del settore. Ci sono chef rinomati che non vogliono nemmeno sapere che odore abbia l'olio d'oliva Cordovil".
(Il Cordovil è un olio extravergine di oliva prodotto in Portogallo, riconosciuto nel 2020 come uno dei migliori oli di oliva al mondo).
Concludo sul lato affettivo, traducendo un estratto da questo articolo di opinione del giornalista di Bloomberg Javier Blas:
“Per me, l’aumento del prezzo dell’olio è una questione personale. Nato e cresciuto in Spagna, amo questo prodotto e ne consumo troppi litri all'anno. Quando torno a casa per le vacanza, il suo prezzo è un argomento costante di conversazione a tavola. [...]
Forse dovrò iniziare a comprare olio d'oliva greco o portoghese, anche se mi sembra di bruciare la mia bandiera nazionale. Forse anche olio di girasole o di colza in caso di vera emergenza. La mia unica speranza è che le cose non vadano così male da dover prendere in considerazione il burro”.
Per approfondire:
Se vuoi saperne di più sulla sindrome da olio tossico avvenuta in Spagna negli anni Ottanta ti consiglio questo breve documentario (gratis, in spagnolo).
Non posso scrivere di olio d’oliva, cibo e affetto senza pensare alla Palestina. Per approfondire ti consiglio questo numero di Sogni Americani, la newsletter della McMusa, dedicata a Mo, “l’unica serie tv statunitense in cui si parla dei Palestinesi (e che) fa ridere” (anche lei, super consigliata).
E a proposito di Palestina, anche il podcast di Michela Chimenti, Re:Tour - Ritornare a vivere a un passo da Gaza, merita (più di) un ascolto. Qui la trama: “Un’agenzia di viaggi locale organizza tour nel territorio israeliano che confina con la Striscia di Gaza, la Gaza Envelope, e nei luoghi sconvolti dagli attacchi di Hamas del 7 ottobre 2023. Questo è il racconto di come si vive in quella bolla mentre, a pochi passi, il massacro del popolo palestinese continua”.
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Para 🎧
Altri due podcast che ti consiglio: uno sul congresso antiabortista che si è tenuto questa settimana al Senato spagnolo (nel 2019 era stato organizzato a Verona) e un altro che torna nei luoghi dove Odair Moniz è stato ucciso, a un mese dalla sua morte (ne avevamo parlato in questa newsletter).
Para 📚
Il Portogallo è il primo produttore europeo di cellulosa derivata dall’eucalipto, che è la specie predominante nelle aree forestali portoghesi, e sta investendo in Mozambico con un progetto da 2,3 miliardi di euro. I terreni accordati con il governo del Mozambico sono stati tolti all’agricoltura nelle aree rurali del paese, uno dei più poveri al mondo, in cambio di benefici che non sono ancora arrivati ai residenti: lo racconta questa inchiesta di Davide Mancini, Juan Maza e Boaventura Monjane su IrpiMedia.
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Roberta
Sembra la storia del metanolo nel vino italiano, più o meno nello stesso periodo!
Ciao Ibérica, ho appena scoperto la tua newsletter! Essendo sposata con uno spagnolo, la questione dell'"aceite" è un argomento delicato in famiglia, tanto più che io vengo da una regione italiana dove se ne produce parecchio. È molto interessante il tuo articolo, e non ero al corrente di questa intossicazione di massa di cui parli. Al di là di questo, l'aumento del prezzo dell'olio d'oliva ha avuto un certo impatto sulle nostre abitudini alimentari e mi ha fatto riconoscere che prima, forse, abusavamo di una risorsa così preziosa. Non tutti i mali vengono per nuocere, insomma.