Ladri di azulejos
Ogni anno, migliaia di azulejos vengono rubati dalle facciate degli edifici portoghesi. Due progetti cercano di cambiare le cose.
Ciao!
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Mi sono accorta che nelle ultime tre settimane ti ho parlato solo di politica. Oggi mi faccio perdonare con un (bel po’) di arte.
Iniziamo!
Ladri di azulejos
Leonor Sá ha 65 anni e fa un lavoro unico al mondo: è la coordinatrice di SOS Azulejo, un progetto creato dalla polizia giudiziaria portoghese per fermare il furto di azulejos.
Tra il 2000 e il 2006, ogni anno decine di migliaia di queste piastrelle sono state staccate dalle facciate degli edifici.
I turisti le portavano a casa come souvenir. I ladri e gli antiquari le rivendevano ai mercatini dell’usato.
Dietro di loro, una scia di pareti vuote e un’enorme perdita per il patrimonio artistico nazionale.
Dal 2007 a oggi, i furti di azulejos sono scesi dell’87%.
Gran parte del merito è di Sá e della sua squadra, ma non solo.
Nel suo piccolo, anche un minuscolo atelier cerca di sensibilizzare al valore di queste opere: si chiama Gazete Azulejos e le sue fondatrici sono la graphic designer spagnola Alba Plaza e l'artista multidisciplinare portoghese Marisa Ferreira.
“L’enorme varietà dei motivi degli azulejos che decorano gli edifici di Porto mi ha affascinata da subito. Insieme a Marisa, ci siamo messe in testa di scoprire in quali fabbriche li avessero prodotti e quando. Presto ci siamo accorte che la quantità di informazioni disponibili era davvero scarsa, quindi abbiamo iniziato a fare ricerca”, mi ha raccontato Plaza.
Nasce così Os Azulejos do Porto, un database per catalogare i più di mille tipi diversi di azulejos presenti in città, risalendo al periodo di produzione, alla persona che li ha realizzati e alla tecnica utilizzata.
"Ancora oggi, gli azulejos non sono considerati come parte del patrimonio artistico portoghese. Lo dimostra il fatto che abbiamo dovuto aspettare fino al 2017 per ottenere una legge che impedisca la demolizione delle facciate decorate con azulejos” ha aggiunto Plaza.
Con l’aumento del turismo in Portogallo, le cose sono peggiorate: nuovi edifici appaiono e, soprattutto, scompaiono, spesso insieme alle loro facciate ricoperte di antiche piastrelle di ceramica.
“Facendo ricerca, abbiamo scoperto che le ultime fabbriche di azulejos di Porto sono ormai chiuse da decenni. Da lì, l’idea di organizzare workshop per riportare in vita e promuovere l’arte di creare e decorare a mano gli azulejos”, ha spiegato Plaza.
Per finanziare il loro progetto di ricerca, Plaza e Ferreira hanno anche aperto un negozio online in cui vendere le loro riproduzioni di antichi azulejos portoghesi, rispettandone i motivi e le tecniche di pittura.
Oggi, il catalogo di Os Azulejos do Porto conta più di 200 esemplari diversi.
Tra questi, il Miragaia, che deve il suo nome dalla Fábrica de Louça de Miragaia.
“È un motivo che è possibile osservare in diversi luoghi della città: in passato era diventato talmente famoso che diverse fabbriche si erano messe a copiarlo. Per noi è semplicemente il simbolo degli azulejos di Porto”, ha concluso Plaza.
Per approfondire:
Una mappa delle più importanti fabbriche di azulejos di Porto tra il XIX e il XX secolo.
Gazete Azulejos è anche un luogo di sperimentazione per numerosi artisti e artiste, tra cui una delle mie preferite, Mariana A Miserável: ecco alcuni dei suoi azulejos.
Un profilo Instagram che raccoglie fotografie degli azulejos di Lisbona.
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A venerdì,
Roberta
Puntata ricchissima, Roberta! Che bello il progetto di ricerca sugli azulejos, e spaziale l'articolo multimediale di El Confidencial.