4 Commenti
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Avatar di Stella.1

Condivido in pieno ma mi piacerebbe anche che fosse segnalato il suo corollario: in una città turistica anche i turisti si muovono male in quanto non hanno la libertà di godersi quello che vedono e sono costretti ad investire denaro in attività che non vorrebbero fare.

A Barcellona questa sensazione di "pollo da spennare" è stata più forte che da altre parti: nessun punto informativo riconoscibile, servizi carissimi, poca cura ed attenzione al cliente, costi esorbitanti.

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Avatar di Roberta Cavaglià

Certo, il punto che volevo che emergesse è proprio che il turismo è una responsabilità comune: dei turisti, degli abitanti, della politica, dell'imprenditoria. Senza dimenticare che alcuni attori in questo mix hanno più potere di altri. (Comunque sì, i prezzi sono aumentati a dismisura, soprattutto quelli delle attrazioni classice - Parc Guell, Casa Battlò, La Pedrera, la Sagrada Familia, etc. E qui secondo me c'è anche un altro discorso interessante, che non ho aperto perché altrimenti non la finivo più: posto che solo il 3% della popolazione mondiale fa turismo, e si tratta già di una popolazione privilegiata, la tendenza verso cui dobbiamo andare a quella di un turismo sempre più caro, quindi sempre più per persone ricche?)

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Avatar di Stella.1

Grazie del commento, in realtà non credo che sia così semplice e mi spiego con due esempi: io ho un amica che vive con la famiglia "vicino Barcellona". Sua madre è in pensione e tre volte l'anno va a trovarla per due o tre settimane ma per questo motivo ricade nella definizione di "turista" anche se in realtà è la riproposizione di quello che succedeva in Italia negli anni '60 e '70 quando si tornava a casa per le vacanze.

Alla mia amica questo causa un sacco di problemi perchè la presenza della madre la costringe a portarla in giro, a fare shopping, a vedere mostre etc...E ti posso garantire che di amici spagnoli che sono andato a trovare dopo le olimpiadi del 92 io ne avevo a decine.

Il secondo esempio: Il 3% della popolazione mondiale che fa turismo sa su cosa vuole spendere, cosa vedere in un viaggio, dove andare a mangiare. Se invece sei costretto a spendere 100 euro per un parcheggio per la tua auto perchè a Barcellona è troppo pericoloso lasciarla nei parcheggi pubblici (a trovarli poi...) riduci le attività e ritorni insoddisfatto perchè non hai potuto scegliere o hai dovuto spendere il 50% in più del previsto.

Questo è ciò che è successo a me dopo il COVID, i viaggi costano sempre di più e vedo sempre di meno perchè la pressione sui siti turistici è sempre più alta e la soddisfazione di vedere qualcosa sempre più bassa.

Nel 2021, in pieno Covid, a Parigi i turisti erano quattro gatti: entrammo al Louvre alle 08:30 ed andammo direttamente nella sala della Gioconda. C'erano circa 300 persone in fila per farsi un selfie. In compenso nel nuovo gigantesco padiglione dedicato a Rodin eravamo in 10!!

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Avatar di Roberta Marasco

C'è un altro aspetto secondo me della questione, ed è la prepotenza di un certo tipo di turista. E con quel genere di turista bisogna prendersela eccome. Non è solo una questione politica. Sta passando l'idea che se ti paghi un volo low cost gli abitanti del posto avranno il dovere di fare da scenografia delle tue vacanze. Hai diritto a tutto, con un volo Ryanair e un Airbnb: posto a sedere sul treno a dispetto dell'età di chi resta in piedi, passare ovunque e guardare ovunque anche se sono zone private, mangiare come a casa tua, a qualunque ora te ne venga voglia, parlare inglese e pretendere che ti rispondano nello stesso modo. Questo tipo di turista deve essere messo nelle condizioni di farsi due domande sul suo diritto di muoversi nei posti che visita. La frase sul balconing è agghiacciante e non fa onore a chi l'ha scritta e ostentata, ma per il resto i turisti hanno una buona parte di responsabilità, perché sono loro a decidere quanto rispettare i posti in cui vanno e come muovercisi. E qui lo stanno facendo malissimo.

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