Le tre Marie
Che non è solo una marca di panettoni, ma il nome con cui sono conosciute tre donne che hanno scritto la Bibbia del femminismo portoghese, censurata dal regime di Salazar ma adorata da de Beauvoir
Ciao!
Questa è Ibérica – Una finestra sull’altra penisola, la newsletter che una volta a settimana ti porta in Spagna e Portogallo, senza prendere l’aereo.
Negli episodi precedenti: Lucrecia Pérez, una donna dominicana che ha scritto la storia della Spagna, lasciando dietro di sé un’unica foto del suo viso, e le migliaia di portoghesi che vivono da irregolari negli Stati Uniti e temono di essere deportati dalla nuova amministrazione Trump.
In questa newsletter: la storia delle tre Marie e del libro che hanno scritto, una specie di Bibbia del femminismo portoghese, censurato dal regime di Salazar ma adorato da Simone de Beauvoir, grazie al cui aiuto (ma non solo) le nostre eroine sfuggiranno alla prigione.
Ma anche: una piccola cosa personale. E infine, una rassegna di notizie (forse cade il governo in Portogallo la settimana prossima, lo sapevi?).
Che dire? Iniziamo!
Le tre Marie
“Se una donna sola provoca tutta questa confusione, questo scompiglio, questo scandalo, cosa succederebbe se fossero tre?”.
Tutto inizia qui: da questa domanda di Maria Velho da Costa all'amica Maria Teresa Horta, mentre camminano insieme verso il ristorante del Bairro Alto di Lisbona dove le aspetta una terza Maria, Maria Isabel Barreno.
Il volto di Horta porta ancora i segni di quello che era successo la settimana prima, a poche ore dall’uscita della sua raccolta di poesie sul piacere femminile, Minha Senhora de Mim.
Un gruppo di agenti della polizia segreta del regime (la temuta PIDE) l’aveva aggredita e picchiata a sangue. “Così impari a non scrivere come scrivi”, le avevano detto.
Nei giorni successivi, il libro viene censurato e Horta riceve minacce di morte e stupro. “Dovrebbero violentarti per vedere se ti piace”, le dicono al telefono.
Tutte e tre accettano con entusiasmo l’idea di scrivere un libro a sei mani. Fanno un giuramento: nessuna delle tre dovrà mai rivelare chi avrà scritto cosa.
Nove mesi dopo, esce Novas cartas portuguesas. E la vita delle tre Marie, come le avrebbe soprannominate la stampa internazionale, cambia per sempre. Così come quella di tutte le donne portoghesi.
Siamo all’inizio degli anni Settanta: Horta dirige il supplemento culturale del giornale A Capital, mentre Barreno e Costa lavorano insieme all’Instituto Nacional de Investigação Industrial.
Sono tre scrittrici ed è per questo che si conoscono: Horta intervista prima Barreno, autrice del libro Os outros legitimos superiores (un romanzo che denuncia il silenzio simbolico delle donne chiamando tutti i personaggi femminili con lo stesso nome, popolarissimo in Portogallo: Maria) e poi Costa, creatrice di Maina Mendes, protagonista silenziosa dell’omonimo libro uscito nel 1969.
Insieme decidono di rompere il silenzio sulla condizione delle donne portoghesi durante l’Estado Novo, scrivendo un libro che sfida le certezze su cui si basa il regime:
“Non mettiamo in discussione Dio e la virtù. Non mettiamo in discussione la patria e la sua storia. Non mettiamo in discussione l’autorità e il suo prestigio. Non mettiamo in discussione la famiglia e la sua etica”, disse infatti António de Oliveira Salazar nel 1926.

Lo fanno partendo dalle Lettres Portugaises, una raccolta anonima, pubblicata nel 1669, in cui la monaca portoghese Mariana Alcoforado, sedotta e abbandonata dal cavaliere francese Noel Bouton, gli scrive cinque, appassionate e strazianti lettere d’amore.
Ma contiene Novas cartas portuguesas molto altro: poesie, saggi, racconti. Parla di violenza domestica, stupro, adulterio, piacere femminile, aborto.
(A proposito di adulterio: durante il regime, in vigore dal 1933 al 1974, la pena per i mariti che uccidevano le donne che li avevano traditi erano sei mesi di “esilio” dalla zona dove vivevano).
Ma anche, della guerra coloniale in Mozambico e Angola, voluta da Salazar per mantenere in piedi il suo impero in rovina, e delle sue conseguenze sulla società portoghese.
“Quale donna non è monaca, offerta, abnegata, senza una vita propria, allontanata dal mondo? Com’è cambiata, la vita delle donne, nel corso dei secoli? (...) Le donne ricamano, cucinano, si sottomettono ai diritti dei loro mariti, rimangono incinte, hanno aborti o se li procurano, fanno figli, nati morti, nati vivi, si prendono cura dei figli, muoiono di parto, a volte, nelle loro case, senza che i mobili, le sedie e le tende cambino di una virgola”, scrivono.
Lo scrivono nell’arco di nove mesi, neanche a farlo apposta, vedendosi una volta a settimana per scambiarsi testi e consigli.
Per mesi, cercano un editore, ma nessuno vuole prendersi la responsabilità di pubblicare un libro così pericoloso. Alla fine, la scrittrice e responsabile della casa editrice Estúdios Cor, Natália Correia, punta i piedi: o lo pubblicano, o si dimette.
Il libro esce nel 1972 e viene subito censurato. La PIDE perquisisce e distrugge quasi tutti gli esemplari della prima edizione.
Le tre Marie ne salvano tre copie e le mandano in Francia: una per Simone de Beauvoir, una per Marguerite Duras e una per Christiane Rochefort. E questo gesto sarà la loro salvezza.
“Ci sono tre donne che non meritano di essere portoghesi”, disse Marcelo Caetano, successore di Salazar (nel frattempo allettato a causa di un’emorragia cerebrale), durante il suo programma televisivo alla nazione, Conversa em Família.
E infatti, il libro viene considerato “immorale” e “pornografico” e le tre Marie vengono arrestate e interrogate. “Ci misero nella stessa sala delle prostitute, pensavamo di umiliarci. Ed erano convinti che avremmo parlato. Che una di noi alla fine avrebbe parlato”, ha raccontato Horta in un’intervista.
Nessuna parlò. Al contrario: ad alzare la voce furono i gruppi femministi di tutto il mondo.
Per sfortuna del regime, infatti, de Beauvoir organizza una raccolta firme e la consegna all’ambasciata portoghese a Parigi, ma anche numerose manifestazioni in sostegno delle tre Marie in Francia.
Non solo: l’inizio del processo coincide con la prima conferenza della National Organization for Women, a Boston, durante la quale la causa viene definita “la prima causa femminista internazionale”.
L’eco del processo arriva anche in Italia, grazie alla storica rivista femminista Effe.
Dopo proteste a New York, Londra e Parigi, la causa viene prima posticipata e poi sospesa. La sentenza arriva alla fine il 7 maggio 1974, pochi giorni dopo la Rivoluzione dei Garofani: il tribunale assolve le tre Marie e definisce il loro libro “né pornografico, né immorale: al contrario, un’opera d’arte di alto livello”.

“Non è stato questo libro a portare alla rivoluzione, ma il trambusto che creò contribuì alla caduta della dittatura”, ha affermato Horta.
E nonostante questo, il libro finisce nell’oblio, per decenni. Solo nel 2011 esce una nuova edizione a cura della professoressa Ana Luísa Amaral (il libro è ancora inedito in Italia: errata corrige, il libro è stato pubblicato da Rizzoli nel 1977).
“Scriverlo è stato bellissimo. Quando ci vedevamo, la sera, e ci scambiavamo i testi, eravamo entusiaste. Mi manca moltissimo, quella sensazione”, ha detto Horta in un documentario del 2022 (una delle sue ultime interviste: l’ultima delle tre Marie ancora in vita è morta infatti poche settimane fa, il 4 febbraio 2025).
“Se potessi scriverlo di nuovo, lo rifarei, anche adesso. Anzi: è proprio quello che vorrei fare in questo momento”.
Per approfondire:
Esistono molti documentari sulle tre Marie: trovi Outras Cartas ou O Amor Inventado e O Que Podem as Palavras su Filmin (nel sito portoghese) e Novíssimas Cartas Portuguesas su Youtube (con sottotitoli in inglese: te lo consiglio!);
Ho preparato una playlist Youtube con servizi televisivi, interviste e letture del libro (alcuni video hanno i sottotitoli in inglese o italiano). Sentire le voci delle tre Marie per me è stata un’emozione immensa, non lo nascondo!
Ti ricordi di Maria Lamas, la protagonista della newsletter dell’8 marzo dello scorso anno? Ecco, al processo delle tre Marie ha testimoniato anche lei (era amica della nonna di Horta, una pioniera del femminismo della prima ondata portoghese).
🟣Una piccola cosa personale
Qui mi conosci come l’autrice di Ibérica, ma fuori da Substack sono una giornalista freelance: mi occupo tanto di Europa del Sud, sì, ma anche di migrazioni e diritti.
Insomma, questo breve messaggio è per dire che ieri, insieme alle colleghe giornaliste freelance Stefania Prandi, Francesca Candioli e Alessia Bisini, abbiamo lanciato un crowdfunding per sostenere la nostra prossima inchiesta sulle molestie sessuali e discriminazioni di genere nelle redazioni italiane.
Sarà il seguito della prima, che abbiamo pubblicato a ottobre 2024 e che ha rivelato che su 239 studenti e studentesse delle scuole di giornalismo, un terzo ha subito molestie.
Il nostro lavoro ha già avuto un impatto: l’Ordine dei giornalisti ha approvato il nuovo Codice etico e di comportamento delle scuole di giornalismo.
Se vuoi aiutarci a continuare ad avere un impatto grazie al nostro lavoro d’inchiesta e a dare voce a sempre più giornaliste, in modo che le notizie che leggi rispecchino sempre più il loro contributo, puoi farlo qui sotto, con una donazione: grazie in anticipo!
🗞️ Cuéntame cómo pasó
Negli ultime settimane, in Portogallo, il governo di centrodestra di Luís Montenegro è sopravvissuto a due mozioni di sfiducia relative ai presunti legami fraudolenti tra il primo ministro e alcuni suoi famigliari con l’azienda che aveva fondato prima di essere eletto, Spinumviva. Ieri, Montenegro ha annunciato che proporrà al parlamento una mozione di fiducia martedì prossimo: due dei principali partiti, quello socialista e Chega, di estrema destra, hanno già detto che voteranno contro. È molto probabile quindi che il governo, che si era insediato poco meno di un anno fa, cada tra qualche giorno. In questo caso, le prossime elezioni si terranno tra l’11 e il 18 maggio.
In Spagna, la notizia della settimana è che il Partito Socialista e Junts (partito indipendentista catalano di centrodestra) hanno raggiunto un accordo per trasferire alla governo della Catalogna le competenze in materia di immigrazione attualmente esercitate dallo Stato, una delle principali richieste di Junts durante tutta la legislatura. Il testo dovrà essere discusso in parlamento, dove non avrà vita facile.
Altre notizie dalla Spagna: la difesa della calciatrice Jenni Hermoso ha fatto ricorso alla sentenza proclamata due settimane fa. La Caixa e la sua società di investimenti, Criteria, hanno approvato il ritorno della loro sede storica di Barcellona. La società si era trasferita a Palma nell'ottobre 2017, a causa dell’incertezza provocata dalla dichiarazione unilaterale di indipendenza della Catalogna. La decisione ha un enorme significato politico ed economico: La Caixa è il principale gruppo imprenditoriale e finanziario spagnolo e il suo ritorno dimostra che i suoi dirigenti vedono sufficienti garanzie di stabilità in Catalogna. Sempre in Catalogna, una ragazza paraplegica di 24 anni sta portando avanti una battaglia legale contro il padre: lei vuole ricevere l’eutanasia, lui non è d’accordo. El País ha raccontato cosa sta succedendo nelle ultime udienze del processo.
👋 È tutto per oggi!
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A presto,
Roberta
P. S. Libro non inedito da noi, ma uscito per Rizzoli nel '77. Forse in qualche biblioteca si trova!
🧡