Le donne del mio Paese
Una scrittrice ripercorre il viaggio di Maria Lamas, la pioniera femminista che negli anni Quaranta percorse il Portogallo per dare voce alle sue donne
Ciao!
Questa è Ibérica – Una finestra sull’altra penisola, la newsletter che una volta a settimana ti porta in Spagna e Portogallo, senza bisogno di prendere l’aereo.
Ci siamo: domenica si vota in Portogallo. Se vuoi saperne di più, trovi i miei ultimi articoli per Linkiesta qui: venerdì prossimo faremo invece il punto insieme.
Oggi restiamo il Portogallo per ricordare una donna straordinaria attraverso il lavoro di altre due donne straordinarie.
Andremo per le lunghe, quindi per questa settimana niente consigli di lettura o visione: fidati, ne varrà la pena.
Iniziamo!
Le donne del mio Paese
Scegli: il lavoro o l’attivismo.
Davanti a questa decisione, la giornalista Maria Lamas nel 1945 lascia il quotidiano portoghese O Século per dedicarsi alla storica organizzazione femminista Conselho Nacional das Mulheres Portuguesas.
La dittatura di Salazar, però, scombussola i suoi piani: due anni dopo, l’Estado Novo proibisce le attività del Conselho.
E cosa fa, Maria Lamas? Parte.
Percorre tutto il Portogallo per conoscere “le mie sorelle portoghesi, scoprire e sentire le loro vite umili o agiate, le loro aspirazioni, i sintomi allarmanti di ignoranza, disinteresse e sconfitta”.
Da lì nascono i 15 reportage che compongono As Mulheres do Meu País, un ritratto straordinario della condizione femminile in Portogallo alla fine degli anni Quaranta.
Un ritratto che, due donne, la scrittrice Susana Moreria Marques e la regista Marta Pessoa, hanno deciso di ritracciare oggi, più di settant’anni dopo.
Ma questo lo lascio raccontare meglio a Susana, che ringrazio ancora per aver accettato di rispondere a queste domande per Ibérica:
Ciao Susana, quando hai sentito parlare per la prima volta di Maria Lamas? Cosa ti ha colpita del suo lavoro?
Ho conosciuto Maria Lamas e il suo libro As Mulheres do Meu País grazie a Marta Pessoa. Non avevo mai sentito parlare di questo libro e da subito mi sono chiesta: come mai quest'opera non ha fatto parte dalle mie letture, dal mio percorso?
Quando finalmente l’ho sfogliato, mi sono resa conto che si trattava di un oggetto che mi diceva molto più di quanto potessi immaginare.
In questo ritratto di tante donne del popolo — che raramente venivano fotografate o ascoltate — ho trovato il ritratto delle mie nonne, donne di campagna che erano arrivate solo fino la terza elementare e che avevano iniziato a lavorare troppo presto. Le loro storie, le loro voci e le loro immagini erano sempre state assenti dalla mia storia individuale e dalla nostra storia collettiva.
Come è nata l'idea di intraprendere un viaggio simile a quello raccontato da Maria Lamas in As Mulheres do Meu País?
Volevamo portare il libro di Maria Lamas nel presente. Rispondere alla domanda: quali sono gli indizi contenuti in quel libro — e in quel passato — che possono aiutarci a guardare il nostro Paese in modo diverso oggi?
D'altra parte, parlare con le donne di tutto il Paese ci ha permesso anche di riflettere sul gesto stesso e sulle intenzioni del nostro lavoro: perché vale ancora la pena fare un viaggio del genere, quando oggi abbiamo già tante informazioni sulla vita delle donne, a differenza dei tempi di Maria Lamas?
Il nostro è stato un gesto politico, come quello di Maria Lamas, ma un gesto politico profondamente ancorato al personale, all'idea che sono le piccole storie a far progredire il mondo.
"Il villaggio, da vicino, disillude", scriveva Lamas: è ancora vero? Esiste ancora un ideale romantico della vita di campagna in Portogallo? E cosa significa per le donne di oggi?
Nel suo libro, Maria Lamas racconta le condizioni pessime in cui si trovavano i villaggi di campagna, tra sporcizia, poverà e abbandono: dettagli che da lontano non si vedevano e che li facevano sembrare quasi belli, pittoreschi.
Oggi i villaggi portoghesi sono stati restaurati, sono puliti e in condizioni eccellenti. Ma sono vuoti. Non riescono a costruirsi nuove identità, perché mancano nuove persone.
Questo significa che molte persone, e forse soprattutto le donne, sono intrappolate in un certo immaginario rurale, che si confonde con un’idea di folklore che viene ancora dalla dittatura.
La vita delle donne portoghesi è ancora una "vita schiava"?
La risposta breve a questa domanda è un deciso "no".
Per quanto la parità sia ancora lontana e le donne debbano affrontare la violenza, l'esclusione e la povertà in un modo che gli uomini non sono costretti ad affrontare, il 25 aprile ha cambiato completamente la società portoghese. La democrazia portoghese ha garantito i diritti fondamentali sia alle donne che agli uomini.
Oggi molte donne avranno una vita difficile, ma non sono costrette a lavorare dall'alba al tramonto, senza accesso all'istruzione o alla salute e, come ha detto Maria Lamas, condannate a una vita “senza speranza, senza sogni".
Maria Lamas sta finalmente occupando lo spazio che merita. Cosa dobbiamo ancora scoprire di lei e del suo lavoro?
Stiamo vivendo un momento di riscoperta di molte scrittrici e artiste e stiamo cercando di capire cosa possono dirci le loro opere e come possono creare un ritratto più completo del nostro passato e, quindi, di chi siamo oggi.
Un ritratto visto solo dal punto di vista della metà della popolazione non potrà mai essere un ritratto completo e oggi questo non è mai stato così chiaro.
Più che parlare di ciò che potremmo ancora scoprire su Maria Lamas, è importante pensare a cosa fare con ciò che abbiamo già scoperto e fare in modo che, ad esempio, As Mulheres do meu País raggiunga le nuove generazioni, entri a far parte del canone e non venga dimenticato di nuovo.
Per approfondire:
Il trailer del documentario che Susana Moreira Marques e Marta Pessoa hanno girato insieme e il calendario delle proiezioni alla Fondazione Calouste Gulbenkian (in Italia dovrebbe arrivare in autunno, ti aggiorno!)
Sempre alla Fondazione Gulbenkian, fino al 28 maggio trovi una selezione delle foto scattate da Maria Lamas durante i suoi reportage: la mostra si chiama As Mulheres de Maria Lamas ed è gratuita.
Susana Moreira Marques ha trasformato il suo viaggio in Portogallo sulle orme di Maria Lamas in un libro intitolato Lenços Pretos, Chapéus de Palha e Brincos de Ouro (disponibile al momento in portoghese, spagnolo e inglese).
La riedizione di As Mulheres do meu País, in fascicoli o in un volume unico, che ha messo in vendita Público l’anno scorso.
Giornalista, scrittrice, femminista, traduttrice, fotografa, attivista politica contro il regime di Salazar: su Maria Lamas potrei scrivere altre cento newsletter. Qui trovi un ritratto più completo della sua vita (in 🇵🇹).
🙏Grazie, Luisa e Andrea!
Luisa e Andrea sono le prime due persone ad aver scelto quest’anno di sostenere Ibérica con una donazione mensile.
Se anche tu vuoi aiutarmi a continuare a intervistare persone, fare ricerca e spiegare cosa succede in Spagna e Portogallo, offrimi un caffè (solo per oggi o uno al mese).
È tutto per oggi!
Se la newsletter di questo venerdì ti è piaciuta, aiutami a far conoscere Ibérica ad altre persone. Inoltra questo numero o clicca qui:
Se invece ti hanno inoltrato questa mail, questa è la tua occasione per iscriverti:
A presto,
Roberta
Che bellissima scoperta, grazie Roberta!