Raccontare Berlusconi, il Vaticano e altre stranezze alla tv spagnola
O di com'è fare la corrispondente dall'Italia
Ciao!
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Ma anche, la newsletter che infrange per la seconda settimana di fila una delle regole d’oro del giornalismo: non intervistare un’altra giornalista. Ma va bene lo stesso.
La protagonista della newsletter di oggi è infatti Marina García Diéguez, corrispondente freelance dall’Italia e dal Vaticano per Mediaset, Cadena Ser e NIUS, alla quale ho chiesto di parlare della percezione che ha la tv spagnola dell’Italia.
Iniziamo!
Raccontare Berlusconi, il Vaticano e altre stranezze alla tv spagnola
Ciao Marina, come sei diventata corrispondente e perché hai scelto l’Italia?
Sono arrivata a Roma cinque anni fa per un Erasmus. In quel periodo avevo conosciuto il corrispondente storico di Cadena Ser dall’Italia e dal Vaticano, Joan Solés. Con il tempo siamo diventati amici e grazie a lui mi sono innamorata del mestiere.
Finito l’Erasmus sono tornata a Madrid e ho avuto altre esperienze lavorative. Nel 2021 mi sono messa a pensare cosa avrei voluto fare nella vita: ho sempre avuto voglia di tornare a Roma, un desiderio che non mi aveva mai abbandonata. Sia dal punto di vista lavorativo che personale, sentivo che Roma era la città della mia vita. Quindi mi sono lanciata e sono tornata in Italia.
Quali sono gli aspetti dell’Italia che interessano di più alla TV spagnola? E quali sono quelli più difficili da raccontare per te?
Le notizie più difficili da raccontare sono quelle che vengono dal Vaticano. Il Vaticano ti coglie sempre impreparata, è incredibilmente complesso e riconosco che ci sia bisogno di persone specializzate nel tema come i vaticanisti per raccontarlo bene.
Una delle mie paure più grandi era quella di affrontare la morte di un Papa da corrispondente. Mi è capitato con Benedetto XVI nel 2021 e ho dovuto imparare in fretta.
Dell’Italia interessa tutto in Spagna. È un punto di riferimento per tante cose, sia in positivo che in negativo. Berlusconi ne è un esempio.
Politica, cultura, storia, bellezza, musica, arte e società: è un interesse che non finisce mai, ed è anche per questo motivo che ho scelto di fare la corrispondente da qui.
Qual è stato un momento in cui hai sentito un profondo divario culturale tra Spagna e Italia?
Quando sono tornata a Roma mi hanno colpita due cose: la sporcizia e le molestie.
Roma è una città molto sporca, ma non solo Roma, l’Italia in generale lo è. In strada c’è plastica ovunque, le persone buttano le sigarette per terra mentre camminano o dalla macchina. Sono gesti che in Spagna non vedo più, ma magari è un limite mio e della mia “bolla”.
Quando sono tornata a Roma mi sono ricordata anche che qui quando cammini per strada gli uomini ti fischiano o ti urlano “ciao, bella!”. In Spagna non lo fa più nessuno, o almeno non in strada, davanti a tutti: è un gesto che verrebbe condannato dalle altre persone.
Rispetto alla violenza di genere, però, aggiungo un’altra riflessione. L’Italia è molto indietro sul ruolo della donna, ma a livello politico la violenza sulle donne è un dato di fatto. Manca una coscienza sociale sul tema, ma la destra italiana non si schiera contro il Codice rosa: c’è unità politica.
In Spagna non è così: l’estrema destra di Vox nega in toto l’esistenza della violenza sulle donne. Le femministe spagnole hanno vinto moltissime battaglie su questo fronte, ma hanno creato anche tanti reazionari.
[N.d.R. In Italia esiste anche il Codice rosso, sempre sostenuto dalla destra. Lo stesso discorso non vale per l’adesione alla Convenzione di Istanbul, sulla quale alcuni esponenti di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia si sono astenuti per “ribadire la nostra preoccupazione sulle tematiche legate al gender”].
Che percezione ha di Berlusconi il pubblico spagnolo? Qual è per te la sfida più grande nel raccontare la sua vita e la sua morte?
Berlusconi è stato un personaggio odiatissimo, ma anche amatissimo, e credo che entrambi gli aspetti siano importanti.
Conoscendo la sua storia politica e non, per il pubblico spagnolo è difficile capire che esista ancora un fanatismo enorme intorno alla sua persona in Italia, e questi giorni l’hanno dimostrato.
La sfida più grande è quindi raccontare questo contrasto, che è un po’ l’anima dell’Italia, che per me è un Paese di tantissimi contrasti.
Grazie Marina per il tuo tempo in questi giorni concitatissimi e grazie per avermi fatto conoscere la persona giusta al momento giusto.
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Para 📖
La morte di Berlusconi raccontata dai principali giornali spagnoli e portoghesi: El País, El Mundo, La Vanguardia, ABC - Expresso, Público, Diário de Notícias, CNN Portugal.
Ma anche: cos’ha fatto Berlusconi alla tv spagnola.
Cambiamo argomento: a Lisbona, un ingegnere ha sviluppato un’app per segnalare i parcheggi illegali alla Polizia. (Le battute si sprecano).
La storia dei cartelli a forma di toro che costellano la campagna spagnola (specialmente in Andalusia).
Para 👀
Dal 26 maggio è disponibile su Netflix Neve alle azzorre (Rabo de Peixe), una serie che racconta cosa succede quando in un paesino molto piccolo e molto povero delle Azzorre arrivano improvvisamente centinaia di kg di cocaina purissima.
È successo davvero, nel porto di Rabo de Peixe, nel 2001: la serie parte da lì per raccontare le vicende inventate di un gruppo di ragazzi che cercano di fare fortuna rivendendo il carico di droga.
La serie, che è stata la prima prodotta in Portogallo a entrare nella classifica delle più viste al mondo su Netflix, ha diviso il pubblico portoghese su numerosi temi: l’accento del cast, che non rispecchia la parlata dell’isola di São Miguel, che è invece molto caratteristica; l’incapacità di dipingere in maniera autentica la povertà che esiste non solo nelle Azzorre in generale, ma a Rabo de Peixe nello specifico; e la diffusione di leggende sull’accaduto, come quella delle casalinghe che impanavano il pesce nella cocaina.
(Se l’hai vista e vuoi parlarne, rispondi a questa mail!)
Dotz.media ha intervistato in questo video alcuni rappresentanti dell’antirazzismo della città di Barcellona sulle conseguenze del vento di estrema destra che si sta abbattendo sulla Spagna.
In questi giorni in Portogallo si festeggiano i Santos populares (Sant’Antonio a Lisbona, San Giovanni a Porto e San Pietro a Sintra o Évora). Per capire meglio questa tradizione, Giulia di OláLisboa ha consigliato di vedere il film Lisbon Story di Wim Wenders, e io non potrei essere più d’accordo.
Para 🎧
Lendas, il podcast dedicato al folklore brasiliano creato di Loretta da Costa Perrone, ha vinto il primo premio agli Italian Podcast Awards nella categoria Indie Intrattenimento – un motivo in più per recuperarlo!
💌 La posta di Ibérica
In risposta alla newsletter di due settimane fa, Giulia mi ha scritto:
“Vivo a Mallorca dal 2014 e mai come negli ultimi due anni ho visto impazzire il mercato immobiliare. Da quando sono arrivata non ho mai smesso di cercare (e di cambiare) casa e anche adesso vivo in un appartamento ma "sogno" una casa per quanto piccola in campagna: è impossibile trovare qualcosa, anche di pochi metri quadri, al di sotto del 1500 euro.
Intanto qui ha vinto il PP e come prima cosa ha bloccato l'attuazione delle misure che il PSOE aveva messo a punto per cercare di limitare il rincaro degli affitti con i grandi proprietari.
Noi siamo due quindi siamo pure fortunati a poter disporre di due stipendi, ma la gente che vedo nei gruppi Facebook è nella disperazione più totale, perché magari ha ugualmente due stipendi, ma figli o genitori a carico e in più è costretta a rimanere vicino a Palma per lavorare”.
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