Qui tutto aspetta di essere dipinto
La pittrice portoghese che si sta riprendendo tutto quello che è suo (da morta)
Ciao!
Questa è Ibérica – Una finestra sull’altra penisola, la newsletter che una volta a settimana ti porta in Spagna e Portogallo, senza bisogno di prendere l’aereo.
L’ispirazione per scrivere questa newsletter mi è venuta da un podcast portoghese un po’ macabro: si chiama Vamos Todos Morrer e ogni giorno racconta la vita di una persona che è morta proprio in quel giorno lì.
La persona di cui ti parlo oggi è Sarah Affonso ed è una pittrice che si sta finalmente riprendendo tutto quello che è suo, anche se è morta da esattamente quarant’anni.
In questa newsletter trovi anche:
un dubbio amletico che vorrei mi aiutassi a risolvere;
una selezione di cose da guardareleggereascoltaredirefarebaciareletteratestamento.
Iniziamo!
Qui tutto aspetta di essere dipinto
“Non l’ho fatto perché mi piacesse il caffè, perché non mi piaceva. Ma visto che le donne rimanevano fuori, io sono entrata”.
È l’inizio degli anni Trenta e Sarah Affonso è in cima al mondo.
Ha studiato Belle Arti a Lisbona, anche se non tutte le ragazze bene dell’epoca possono farlo: troppi nudi.
È stata una delle ultime e migliori allieve del famoso pittore Columbano Pinheiro ed è stata per quattro anni a Parigi.
Di ritorno a Lisbona, partecipa alle mostre collettive della seconda generazione di pittori modernisti portoghesi e organizza anche una personale.
Un giorno prende e si siede a un tavolino del caffè A Brasileira, il punto di ritrovo dell’élite intellettuale di Lisbona, un territorio tipicamente maschile.
Come ha detto in un’intervista, il caffè non le piaceva neanche. Il punto era sedersi al tavolo con gli uomini. Essere presa sul serio. Esserci.
La moglie di
Dieci anni dopo, Sarah Affonso decide di non dipingere più.
I suoi quadri non si vendono, ma il problema più grande non è questo.
Il vero problema è che Sarah Affonso non è più Sarah Affonso: è la moglie di, e poi la madre di.
“Uno dei motivi per cui ho smesso di dipingere è che non c’erano le condizioni, non avevo una stanza per me. Qui lavorava José, e José mi nascondeva tutto. Diceva che non poteva vedere cose che non fossero le sue”.
I suoi figli non diventeranno molto conosciuti, ma suo marito sì. Suo marito diventerà un importante artista multidisciplinare, e lei lo aiuterà a diventarlo, con la sua arte e il suo lavoro di cura.
“Lui è lui. Io sono io. Ma mi offende che mi vengano a dire che la mia pittura è uguale alla sua, soprattutto perché lui è molto famoso. E questa è un’altra delle cose che mi ha fatto decidere di smettere”.
Lascia la pittura, aiuta il marito con la sua arte e si dedica al ricamo, alla ceramica, all’arredamento, al giardinaggio e all’illustrazione — attività che, in tempi duri, aiuteranno la famiglia a tirare avanti.
Processioni e paesaggi verdissimi
Nel 2019, a centovent’anni dalla sua nascita, Sarah Affonso viene riscoperta.
Due grandi musei portoghesi, il Museu Nacional de Arte Contemporânea do Chiado e il museo Gulbenkian, espongono nello stesso anno più di un centinaio delle sue opere.
In particolare, il museo Gulbenkian dedica una mostra ai legami tra la sua pittura e il Minho, la regione del Nord del Portogallo in cui ha trascorso infanzia e adolescenza e a cui ha dedicato la maggior parte dei suoi quadri negli ultimi dieci anni prima di smettere di dipingere.
Nell’immaginario portoghese, il Minho è sinonimo di tradizione, di vestiti colorati da lavradeira, di processioni e paesaggi verdissimi.
Nel 1933, dopo aver visitato il villaggio del Minho in cui era nato il padre, Affonso scrive a un’amica: “Qui tutto aspetta di essere dipinto”.
Dieci anni forse non sono bastati.
Per conoscere ancora meglio Sarah Affonso, ti consiglio questo podcast, questo documentario e questa selezione di opere.
Se ti stai chiedendo chi fosse suo marito: almeno in questa newsletter, per una volta, per lui non c’è spazio.
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🙋Una domanda per te
Para 👀
Le foto della Semana Santa di José Jiménez Jiménez, e in particolare questa:
(via le storie di Andrea De Cesco)
I vestiti tradizionali delle donne del Minho, in versione femminista (e in generale questo progetto che vuole “usare la tradizione per spezzare la tradizione”):
Para 🎧
POV: sei la sigla di Mare Fuori se l’avessero girato a Siviglia.
Un’altra donna pazzesca dagli archivi di Vamos Todos Morrer: Virgínia de Castro e Almeida.
Allegro, ma non troppo: mai titolo fu più azzeccato per un episodio sulle direttrici d’orchestra in Spagna.
Para 📖
Come se la passano le persone trans nelle carceri spagnole? Potrebbero stare meglio (ma la ley trans dovrebbe migliorare le cose).
Domenica a Lisbona ci sarà la più grande raccolta di mozziconi di sigaretta del mondo. Se occuperà lui.
Domenica è anche Sant Jordi, che negli ultimi anni è diventato sempre più Santa Jordina, come ha spiegato Alice Orrù nell’ultimo numero di
.Un’altra newsletter da recuperare prima di subito: il primo numero di
dedicato alla movida. Ho adorato.Non capisco nulla di calcio, ma si dice che quello spagnolo non sia più bello come prima.
È tutto per oggi!
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Roberta
Che bellissima sorpresa! Newsletter stupenda bth, non ti conoscevamo ❤️
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