Operazione Leonor
L'erede al trono della famiglia reale spagnola è bella, docile, e soprattutto, femmina.
Ciao!
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Oggi facciamo un passo indietro: torniamo al giuramento della principessa Leonor dello scorso novembre per riflettere su cosa vuol dire per la Spagna avere una erede al trono.
(Perché il bello di avere una newsletter, almeno per me, è proprio questo: potermi staccare dall’attualità quando voglio per guardare le cose dall’alto).
Fine del pippone, iniziamo!
Operazione Leonor
“Leonor non sarebbe uscita meglio neanche se la famiglia reale (o l’AI) se la fossero inventata”.
Così Susana Quadrado, caporadattrice del giornale spagnolo La Vanguardia, ha descritto la principessa Leonor, una delle due figlie dell’attuale re di Spagna Felipe VI, il giorno del suo giuramento.
Non ha tutti i torti. Leonor è bella, docile, e soprattutto, femmina.
“Avere una erede è un colpo di fortuna per la monarchia, una grande opportunità per dimostrare di essere al passo con i tempi”, ha commentato Juan Francisco Fuentes, professore ordinario di Storia Contemporanea.
Le foto della principessa Leonor in uniforme - dato che in Spagna chi regna è anche alla guida delle forze armate - “sono la miglior dimostrazione dell’enorme salto temporale e di valori” che ci separa dal giuramento dell’attuale re, avvenuto quarant’anni fa, ha precisato Fuentes.
Un salto che è irreversibile: Leonor è oggi il simbolo della femminilizzazione delle istituzioni spagnole e, dettaglio non da poco, l’unica erede al trono possibile.
Leonor è attualmente principessa delle Asturie, il titolo che dal 1388 si assegna all’erede della Corona spagnola.
Fino a oggi, 14 donne hanno ottenuto questo titolo, ma solo due sono diventate regine a tutti gli effetti.
La Costituzione spagnola, infatti, mantiene la supremazia maschile nella linea di successione al trono: Leonor, tuttavia, ha solo una sorella, la principessa Sofía, che le succederà solo in caso di morte o abdicazione.
Da un lato, per la Monarchia spagnola, non potrebbe essere meglio di così: l’”operazione Leonor”, come l’hanno definita alcuni giornali, sta andando benissimo.
Il comportamento ineccepibile della principessa Leonor è il modo migliore per far dimenticare all’opinione pubblica gli scandali che hanno portato suo nonno, Juan Carlos I, ad abdicare.
Inoltre, “la visibilità femminile nell’esercito che la principessa delle Asturie porta con sé è più importante di quel che sembra”, ha commentato l’esperta in comunicazione politica Verónica Fumanal.
“Proprio come Hermoso o Bonmatí sono punti di riferimento per le aspiranti calciatrici, la principessa fa lo stesso per le forze armate e le istituzioni pubbliche”.
Dall’altro, parte della società spagnola rifiuta questo tentativo di purple washing da parte della famiglia reale.
Il termine purple washing si usa infatti per riferirsi alla strumentalizzazione del femminismo o, più in generale, dei discorsi di uguaglianza di genere, da parte del marketing e della politica.
È proprio per questo motivo, ad esempio, che né l’ex ministra dell’Uguaglianza Irene Montero, né la segretaria generale del partito di sinistra Podemos Ione Belarra, hanno partecipato alla cerimonia di giuramento di Leonor lo scorso novembre.
“Il femminismo si basa sull'uguaglianza radicale tra le persone e la monarchia su un privilegio di sangue. Monarchia e democrazia, monarchia e femminismo, sono incompatibili", ha commentato Montero su X (Twitter).
Essere una donna (anzi, Una Donna A Caso, come ricorda questo profilo Instagram) non renderà però del tutto le cose più facili per la principessa Leonor.
Da un lato, se vorrà rimanere al potere, Leonor dovrà essere una regina plurinazionale, ovvero rispettare le differenti identità nazionali che convivono all’interno dello Stato spagnolo.
Dall’altro, per le nuove generazioni, il ruolo fondamentale che ha svolto la monarchia spagnola nel passaggio dalla dittatura di Francisco Franco alla democrazia (la cosiddetta Transición) è un ricordo sempre meno vivido.
Di conseguenza, è sempre meno evidente l’utilità dell’avere un re o una regina al potere nel 2024.
Non a caso, secondo un sondaggio realizzato per elDiario.es, la maggioranza della popolazione spagnola vorrebbe un referendum per decidere tra monarchia e repubblica.
E se andasse a votare oggi, la Spagna sceglierebbe, anche se di poco, di diventare una Repubblica.
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Se capiti a Madrid, sappi che l’ex leader del partito di sinistra Podemos, Pablo Iglesias, ha appena aperto un bar del quartiere Lavapiés. Si chiama Garibaldi Taberna e il suo motto è “la vera grandezza si raggiunge servendo gli altri”. Giuro.
On a more serious note: tra 21 giorni il Portuguese Prison Photo Project inaugura la sua mostra al Museu de Portimão (nella regione dell’Algarve), che contiene fotografie scattate in numerose prigioni portoghesi, dalla più grande (quella di Lisbona) a quella più antica (che si trova a Ponta Delgada, nelle Azzorre).
Le fotografie di Guillermo Vidal mostrano la vita quotidiana delle persone senza dimora di Lisbona. Il progetto si chiama “Under the Bridge” e puoi averne un assaggio qui, oppure puoi vedere le sue foto dal vivo visitando la galleria d’arte Narrativa fino al 13 aprile.
Para 📖
Qualche settimana fa ho fatto un comparsata nella newsletter Borders di Francesco Del Vecchio (che ti consiglio) per parlare di Catalogna. Puoi recuperarla qui.
Il governo della regione Castiglia e León ha dichiarato bene di interesse culturale la “Pirámide de los Italianos”, un mausoleo costruito nel 1939 per omaggiare i soldati italiani uccisi nella guerra civile. Il Post racconta la sua storia qui.
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Siamo tutti/e un po’ guiris de mierda (stranieri di merda) a volte, ma c’è chi è riuscito a trasformare questo insulto in una community. Chapeau.
È tutto per oggi!
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A presto,
Roberta
Garibaldi Taberna, bellissimo! Appena torno a Madrid ci vado 😍
Pablone Iglesias ne tira sempreverde fuori una dal cappello 😂 ma soprattutto, se ci andremo ci troveremo lui?