Il venerdì non si lavora
O almeno, non nelle 42 aziende del progetto pilota del governo portoghese coordinato dall'economista Pedro Gomes
Ciao!
Questa è Ibérica – Una finestra sull’altra penisola, la newsletter che una volta a settimana ti porta in Spagna e Portogallo, senza bisogno di prendere l’aereo.
Il numero di questa settimana arriva un po’ in ritardo, ma d’altronde è venerdì, e per la persona che ho intervistato questa settimana, il venerdì è il nuovo sabato.
Iniziamo!
Il venerdì non si lavora
Nel 2030, le persone lavoreranno 15 ore a settimana.
Cent’anni fa, l’economista John Maynard Keynes prevedeva proprio questo per i suoi nipoti.
Il primo passo in questa direzione lo fecero negli anni Settanta alcuni studiosi, come il premio Nobel Paul Samuelson, quando iniziarono a difendere la riduzione della settimana lavorativa da cinque a quattro giorni.
Una serie di gravi crisi economiche raffreddarono il loro entusiasmo.
Oggi l’economista portoghese Pedro Gomes è pronto a riprendere da dove si erano fermati.
Aziende illuminate
Nel 1926, il cambiamento arrivò dall’imprenditore Henry Ford, che fu uno dei primi ad adottare la settimana lavorativa di 5 giorni.
Quasi cento anni dopo, a guidare la rivoluzione della settimana di 4 giorni sono, di nuovo, le aziende.
“Per alcune, la transizione è molto semplice. Per altre, come ristoranti e ospedali, il cambiamento è più difficile, ma porta benefici enormi. Un esempio? La catena di ristoranti spagnoli La Francachela: al posto di aumentare il personale, hanno creato un’app per automatizzare le richieste e i pagamenti dei clienti e cambiato menù per facilitare il lavoro in cucina”, mi ha spiegato Gomes.
Tra i benefici della riduzione dell’orario di lavoro, l’esperto cita sia la soddisfazione del personale (che è meno incline a saltare giorni di lavoro o cambiare azienda) che dei clienti.
Per Gomes, tuttavia, una manciata di imprenditrici e imprenditori illuminati non bastano.
Per cambiare sul serio il modo in cui lavoriamo, c’è bisogno dell’intervento dei governi. E no, non necessariamente di quelli di sinistra.
Le persone senza tempo libero non sono buoni clienti
Nel suo libro Finalmente è giovedì, Gomes spiega come la settimana da 4 giorni sia spesso promossa dalla sinistra utilizzando argomenti sociali come il benessere delle persone, la parità di genere o l’ambiente.
“In realtà, le basi economiche a favore della settimana corta sono molto più forti e possono mettere d’accordo anche conservatori e liberali”, ha spiegato Gomes in un’intervista su Open.
Da un punto di vista economico, infatti, la produttività aumenta in due modi: se produciamo di più nello stesso lasso di tempo o se produciamo la stessa quantità ma in meno tempo. Il secondo percorso – quello della settimana di 4 giorni – è valido quanto il primo.
Inoltre, pensare al tempo libero come uno spreco è limitante.
Da un lato, infatti, le persone senza tempo libero non sono buoni clienti per le industrie dell’intrattenimento, della cultura e del turismo.
Dall’altro, avere poco tempo libero limita la possibilità di far crescere nuove attività.
“Pedro Almodóvar ha lavorato per 12 anni per la più grande compagnia telefonica spagnola e nel tempo libero scriveva i suoi primi film. Qual è il suo più grande contributo per l’economia spagnola: come impegato di Teléfonica o come regista?”, ha aggiunto Gomes in un’intervista a El País.
Il progetto pilota
Per tutti questi motivi, Gomes è stato scelto dal Ministero del lavoro portoghese per coordinare un progetto pilota che coinvolge più di mille persone che lavorano per 42 aziende diverse.
L’esperimento, realizzato con i fondi del governo, è iniziato a giugno di quest’anno e si concluderà a novembre, ma per il report ufficiale dovremo aspettare marzo dell’anno prossimo.
“Anche la settimana di 5 giorni era vista come un’utopia, così come il voto alle donne o portare l’uomo sulla Luna”, ha spiegato Gomes.
“La settimana di 4 giorni è alla nostra portata. Arrivarci sarà difficile, ma credo che valga la pena provarci”.
Per approfondire:
Questa puntata del podcast Pausa, prodotto dal giornale spagnolo El Confidencial, in cui oltre a Pedro Gomes intervengono anche María Álvarez, co-fondatrice del ristorante La Francachela, e il giornalista economico Javier Jorrín.
Questo articolo della content writer freelance Kat Boogart, in cui spiega come funziona la sua settimana lavorativa da tre giorni.
🙏Grazie, Onda!
Grazie, Onda, per aver sostenuto Ibérica con una donazione nelle ultime settimane.
Se anche apprezzi il mio lavoro e vuoi aiutarmi a continuare a intervistare persone, fare ricerca e spiegare cosa succede in Spagna e Portogallo, puoi donare qui:
Para 👀
Joana Vasconcelos è la prima artista portoghese a esporre nella Galleria degli Uffizi. La sua mostra, Between Sky and Heart, sarà visitabile fino al 14 gennaio.
L’installazione dell’artista brasiliano Ticiano Rottenstein contro la crisi immobiliare a Lisbona: un monolocale costruito con materiali di scarto, a soli 1800 euro al mese. Un affare!
Semplicemente, un video della regina Sofia che rappa.
Para 📖
È stagione di premi letterari: lo scrittore e traduttore portoghese João Barrento ha vinto il premio Camões, mentre in Spagna la presentatrice e autrice Sonsoles Ónega si è aggiudicata il premio Planeta (e un milione di euro) per il romanzo Las hijas de la criada. Le opere di entrambi sono per ora inedite in Italia.
Decine di donne spagnole hanno iniziato a condividere le loro esperienze di molestie e abusi nel mondo della musica.
Due delle conseguenze culinarie della gentrificazione: la nascita dei non-cibi e l’infantilizzazione del gusto.
Su Spinosa Magazine trovi un’intervista in cui spiego com’è nata questa newsletter, perché e come vedo il suo futuro. (Grazie Carlotta per le belle domande!).
Para 🎧
Riprendo un consiglio di ascolto della libreria Piena di Lisbona: Palestina, histórias de um país ocupado è la prima serie di podcast di Fumaça, una redazione indipendente di giornalisti e giornaliste portoghesi.
Para 🍽️
Para 🍽️ è una rubrica bimensile a cura di
, autrice della newsletter.“Il rito del caffè, per noi e per i portoghesi, è quasi sacro. Ma se in Italia preferiamo l’espresso ristretto, in Portogallo vogliono la tazzina piena fino all’orlo.
Dove assaggiarlo a Lisbona:
Il caffè di Negrita, produzione storica di Lisbona, si assaggia nel bellissimo Palacio do Visconde. Recentemente rinnovato, questo piccolo hotel propone degustazioni di caffè (i proprietari sono anche proprietari della torrefazione) e ha un bellissimo giardino pensile in cui passare del tempo lontano dal caos cittadino.
Flor da Selva è una piccola torrefazione locale che fornisce anche vari ristoranti prestigiosi, il cui caffè si trova in vendita anche fuori la torrefazione. Da provare, perché hanno sempre novità e piccole produzioni che vengono da luoghi interessanti.
Bettina & Niccolò Corallo è una piccola torrefazione che vende anche il miglior cioccolato di Lisbona: imperdibile d’inverno la loro cioccolata calda, e d’estate il loro gelato al cacao amaro. Nelle mezze stagioni, ci si soddisfa con una delle loro meravigliose tavolette artigianali: quella con le ciliegie candite e quella con i canditi di limone sono elegantissime.
Delta Experience offre la possibilitá di assistre due volte al giorno alla tostatura dei chicchi di caffè in Avenida Liberdade 144, a Lisbona. Un posto consigliato per una pausa caffè, e per riposare i piedi in mezzo a tanti nomadi digitali”.
È tutto per oggi!
Inoltra questa newsletter a chi si meriterebbe weekend più lunghi per fare tutto (o fare meno), oppure clicca qui:
Se invece ti hanno inoltrato questa mail e ti è piaciuta, questa è la tua occasione per iscriverti:
A venerdì,
Roberta