Ciao!
Questa è Ibérica – Una finestra sull’altra penisola, la newsletter che una volta a settimana ti porta in Spagna e Portogallo, senza bisogno di prendere l’aereo.
Per la politica spagnola, i prossimi due mesi somiglieranno un po’ a una lunga partita a prato fiorito: nella newsletter di oggi capiremo insieme il perché e chi saranno i giocatori (anzi, il giocatore).
In caso ad agosto non avessi dato un’occhiata alle mail, puoi recuperare le ultime uscite qui e qui.
Grazie a Spedire.com per aver scelto di sponsorizzare questo numero di Ibérica.
Iniziamo!
Nelle puntate precedenti:
Alle elezioni di fine luglio, nessun partito o coalizione di partiti è riuscita a raggiungere la maggioranza assoluta (176 seggi in parlamento). Il partito ad aver preso più voti è stato il Partido Popular (centrodestra, 33%).
Due settimane fa, il Partito Socialista del premier uscente Pedro Sánchez è riuscito a eleggere la sua candidata Francine Armengol come presidente del parlamento grazie a un accordo con il partito indipendentista catalano Junts, guidato da Carles Puigdemont.
Il 22 agosto, il re di Spagna Felipe VI ha incaricato il leader del Partido Popular Alberto Núñez Feijóo di provare a formare un nuovo governo.
Carles, ancora tu?
Feijóo sarà pure riuscito a ottenere l’incarico di formare un nuovo governo, ma il protagonista delle ultime settimane e di molte ancora a venire è solo uno: Carles Puigdemont, leader di Junts.
Lo è non per una questione di potere effettivo (i risultati delle scorse elezioni dimostrano che il sostegno ai partiti indipendentisti catalani è in calo), ma di numeri: sia alla destra che alla sinistra mancano un pugno di seggi per governare e, in un modo o nell’altro, quei seggi finisco sempre per includere i sette candidati di Junts.
La matematica elettorale ha fatto tornare al centro del dibattito una figura che una parte della popolazione della Spagna aveva voluto lasciarsi alle spalle dopo il referendum del 2017 e la conseguente breve ma intensa dichiarazione di indipendenza della Catalogna.
Ex giornalista, ex sindaco di Girona, ex presidente della Catalogna, in esilio a Bruxelles da 6 anni per sfuggire alla giustizia spagnola, Puigdemont è tornato a essere un interlocutore politico di tutto rispetto.
Con un doppio carpiato dialettico, il centrodestra ha infatti deciso di includere Junts nelle negoziazioni per formare il nuovo governo. “È un gruppo parlamentare che, come Erc (partito indipendentista catalano di sinistra, NdR), al di là delle azioni di quattro, cinque, dieci persone, rappresenta un partito la cui tradizione e legalità non sono in discussione”, ha affermato uno dei vicesegretari del Pp, Esteban González Pons. Gli esponenti catalani del Pp non l’hanno presa bene.
Il Partito socialista e il suo principale alleato, Sumar, hanno già iniziato a muoversi per capire come funzionerebbe un’eventuale amnistia dei leader indipendentisti, una delle condizioni che potrebbe volere Junts per dare il suo sostegno alla coalizione di sinistra. Uso il condizionale perché Puigdemont stesso definirà queste condizioni martedì prossimo.
Prato fiorito
Come ti avevo anticipato, a causa di un mix di ricorrenze legate proprio allo stesso Puigdemont e nuove scadenze politiche, il calendario dei prossimi due mesi somiglierà a una partita a prato fiorito.
Ecco le date da tenere a mente:
11 settembre: Diada Nacional de Catalunya (chiamata anche solo Diada), il giorno di festa della Catalogna. In questa data, nel 1714, Barcellona viene conquistata dalle truppe borboniche durante la guerra di successione. Nello stesso giorno, nel 1716, vengono abolite le principali istituzioni catalane.
Tradizioni a parte (come i castells), la partecipazione alle manifestazioni della Diada è un buon termometro politico (non l’unico, ovviamente) per capire quanto sia forte l’indipendentismo nella regione.
26 e 27 settembre: il parlamento spagnolo vota per l’investitura di Feijóo come nuovo presidente.
1 ottobre: sesto anniversario del tentato referendum di indipendenza catalano.
10 ottobre: giorno in cui, nel 2017, Puigdemont dichiara l’indipendenza catalana, per poi sospenderla subito dopo per alcune settimane per cercare un accordo con il governo spagnolo.
12 ottobre: festa nazionale spagnola, che commemora l’arrivo di Cristoforo Colombo nelle Americhe (nell’isola di Guanahani, per la precisione).
Di solito non mancano le manifestazioni nazionaliste guidate da destra ed estrema destra e le polemiche sul colonialismo spagnolo.
27 ottobre: giorno in cui, nel 2017, Puigemont dichiara l’indipendenza catalana (di nuovo), l’ex presidente spagnolo e leader del Pp Mariano Rajoy prende il controllo della regione e ne scioglie il governo.
30 ottobre: anniversario della fuga di Puigdemont a Bruxelles.
Peggio del mio Calendar al ritorno dalle ferie, insomma.
Per approfondire:
Il documentario Due Catalogne, disponibile su Netflix. Non è aggiornatissimo, ma è abbastanza completo ed equidistante (come viene chiamato in spagnolo chi non ha un’opinione precisa sulla questione catalana).
Chi è a favore e chi è contro all’indipendenza catalana, a sei anni dal referendum: un altro breve documentario di DW (in spagnolo e in inglese).
📨 Qui entri in gioco tu: consiglia a chi legge Ibérica un libro, podcast, video o documentario che ti ha aiutato a capire meglio l’indipendentismo catalano rispondendo a questa mail.
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🗞️ Cuéntame cómo pasó
Dopo aver rifiutato di dimettersi, il presidente della Federcalcio Luis Rubiales è stato sospeso per 3 mesi dalla FIFA, mentre procura nazionale spagnola ha avviato un’indagine preliminare per l’accusa di aggressione sessuale.
Ad agosto a Tenerife sono bruciati 14 ettari di terreno, ovvero il 7,1% dell’isola. È stato il peggior incendio registrato quest’anno in Spagna. A differenza degli incendi in Grecia o alle Hawaii, non ci sono state vittime o grandi danni materiali.
Il presidente della Repubblica Marcelo Rebelo de Sousa ha respinto Mais Habitação, il pacchetto di misure proposto dal governo a inizio febbraio per arginare la crisi abitativa in Portogallo, criticando soprattutto due misure: l’obbligo dei proprietari di immettere sul mercato le case sfitte e le nuove regole sugli affitti brevi. Il pacchetto dovrà essere discusso nuovamente dal parlamento portoghese.
L’Algarve, la regione più a Sud del Portogallo, quest’estate ha registrato un calo di turisti: molti lo hanno sostituito con la Spagna.
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Roberta
Fantastico!