La risposta meno ovvia
Due media indipendenti, da Spagna e Portogallo, per capire quel che sta succedendo nella Striscia di Gaza
Ciao!
Questa è Ibérica – Una finestra sull’altra penisola, la newsletter che una volta a settimana ti porta in Spagna e Portogallo, senza bisogno di prendere l’aereo.
Mi sono chiesta molte volte, nelle ultime settimane, se e come questa newsletter dovesse parlarti di cosa sta succedendo nel mondo, al di fuori della penisola iberica.
La risposta più ovvia è: no, non dovrebbe farlo.
La risposta meno ovvia è che non posso, non possiamo, far finta che non stia succedendo nulla.
Per questo, ho scelto di dedicare questo spazio a due progetti di informazione indipendenti, uno spagnolo e uno portoghese, che raccontano quel che sta succedendo (ed è successo negli ultimi anni) nella Striscia di Gaza e in Israele.
Iniziamo!
Revista 5W
Piccole storie, grandi spiegazioni: questo è il motto della Revista 5W, una rivista indpendente di giornalismo narrativo e fotografia fondata da otto giornalisti spagnoli nel 2015.
“Crediamo che presentare il mondo come qualcosa di astratto sia fuorviante. Siamo pietra, carne, aria. Ogni storia è unica e universale: ci dice com’è fatto il mondo”, spiegano sul loro sito.
Tra i contenuti di 5W, ti consiglio:
Questa intervista con la giornalista Nuria Tesón, che vive al Cairo, su come funziona il valico di Rafah (che collega la Striscia di Gaza all’Egitto).
Questo reportage della giornalista Beatriz Lecumberri su com’era, prima del 7 ottobre, la vita dei malati di cancro che vivevano nella Striscia di Gaza.
Questo editoriale del direttore della rivista Agus Morales, che ha trascorso le ultime settimane in Ucraina, e le sue riflessioni sul posto “giusto” per i giornalisti oggi (solo per abbonati).
Fumaça
Fumaça è una redazione indipendente di giornalisti portoghesi che pubblica principalmente interviste audio e podcast narrativi.
Si definisce un progetto progressista e dissidente che vuole creare un’alternativa alle strutture giornalistiche tradizionali, ai loro modelli editoriali e di finanziamento.
Tra i loro lavori, ti consiglio:
Quest’intervista in inglese a Awni Farhat, nato e crescito a Jabalia, il più grande campo profughi della Striscia di Gaza (che è stato colpito da un attacco lo scorso martedì). Nel 2015, Awni ha ottenuto il permesso per uscire dalla Striscia e oggi vive nei Paesi Bassi.
Quest’intervista in inglese allo storico israeliano Ilan Pappé, uno dei principali esponenti della corrente storica della nuova storiografia israeliana.
Quest’intervista in inglese a Ori Givati, Advocacy Director di Breaking The Silence, una ong fondata da ex-militari israeliani che raccolgono testimonianze delle azioni dei soldati ai danni della popolazione palestinese.
Quest’intervista in inglese a Siwar Assili e Maria Dally, due palestinesi israeliani, su cosa vuol dire essere allo stesso tempo cittadini di Israele e discendenti dei palestinesi che sono rimasti a vivere nei territori occupati nel 1948.
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È tutto per oggi!
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A venerdì,
Roberta
La riflessione da cui parte questa puntata è urgente, la risposta che hai dato è davvero, davvero interessante (come sempre). Grazie per aver segnalato le due realtà!