Ciao!
Questa è un’edizione molto speciale di Ibérica – Una finestra sull’altra penisola, la newsletter che una volta a settimana ti porta in Spagna e Portogallo, senza bisogno di prendere l’aereo.
Di solito ti scrivo il venerdì, ma oggi ho voluto fare un’eccezione per raccontarti la Rivoluzione dei garofani attraverso una breve selezione di film, podcast, brani e storie.
Quarantanove anni fa, in Portogallo infatti è cambiato tutto e lo ha fatto in maniera un po’ magica, come solo la realtà sa essere quando ci si mette sul serio.
C’entrano una canzone (anzi, due), un fiore, un gruppo di militari e un popolo stufo di essere “orgogliosamente solo”.
Iniziamo!
Una canzone
Mancano pochi secondi alla mezzanotte del 25 aprile 1974.
I militari del Movimento delle Forze Armate sono in attesa del segnale concordato per dare il via alla rivoluzione.
Tutte le radio sono sintonizzate su Radio Renascença, una delle poche emittenti che raggiunge ogni angolo del Paese.
I minuti passano, e il segnale non arriva.
La rivoluzione è finita ancora prima di essere iniziata?
A mezzanotte e venti, il presentatore del programma Limite finalmente inizia a cantare: Grândola, Vila Morena: / Terra da fraternidade, / o povo é / quem mais ordena.
Dalla radio iniziano a sentirsi passi sulla ghiaia e poi la voce di José Afonso (per gli amici, Zeca Afonso).
La canzone che canta è ispirata al coraggio della Società operaia di Grândola, che tra gli anni Sessanta e Settanta ha organizzato numerosi incontri culturali per promuovere la resistenza alla dittatura di Salazar.
È il segnale. La rivoluzione può iniziare.
Due film, uno serio e uno no
Il film serio che ti consiglio per capire la Rivoluzione dei garofani è Capitães de Abril, realizzato nel 2000 dall’attrice e regista portoghese Maria de Medeiros.
Te lo consiglio per due motivi, non tutti serissimi:
Salgueiro Maia, uno dei personaggi più belli del film e uno dei militari con un ruolo più significativo nella rivoluzione, è interpretato da Stefano Accorsi. In effetti, si somigliano molto;
Nel film si nota che la Rivoluzione dei garofani vuole essere una rivoluzione gentile: i carri armati arrivano a Lisbona e rispettano tutti i semafori rossi;
Per il film meno serio ho chiesto invece un consiglio a Giulia Spadaro di Olá Lisboa, scuola di lingua portoghese a Trieste, Lisbona e online.
Giulia mi ha proposto Capitão Falcão, un film comico realizzato nel 2015 da João Leitão che ha come protagonista un supereoe 100% portoghese fedele al regime di Salazar.
Ma è giusto ridere del fascismo? Secondo Giulia, la risposta è sì:
Capitão Falcão utilizza una narrazione che sembra assurda e grottesca per mettere in luce l'assurdità e la pericolosità delle ideologie estremiste. In questo modo, l'ironia è una forma di resistenza e di critica politica.
Leggi questo articolo per saperne di più.
Un progetto fotografico
“The World is a Set” è un progetto fotografico di Daniel Louro, un operatore video che per passione ricrea le scene di film famosi visitando i posti dove sono state girate.
Nel 2021, Louro ha fatto uno strappo alla regola e ha ricostruito le scene originali dove erano state scattate alcune fotografie più significative della Rivoluzione dei garofani.
In un’intervista, Louro spiega che l’ispirazione gli è venuta chiacchierando proprio con Maria de Medeiros, che nel film Capitães de Abril ha ricreato molte scene realmente accadute partendo dagli scatti di Alfredo Cunha – fotoreporter portoghese che meriterebbe una newsletter a parte – e altri fotografi dell’epoca.
Il risultato sono 20 nuove fotografie che si possono vedere sul suo profilo Instagram o qui.
Un fiore
Nel 1974, Celeste Caerio lavorava come cameriera in un ristorante di Lisbona.
Il 25 aprile, il ristorante avrebbe festeggiato un anno dall’apertura regalando fiori alle clienti e un bicchierino di Porto ai clienti.
Uso il condizionale perché alla fine il ristorante rimase chiuso: la rivoluzione era iniziata e il proprietario aveva detto ai dipendenti di tornarsene a casa. Caeiro obbedì, portandosi via i fiori destinate alle clienti.
Nel tragitto verso casa, Caeiro si imbatté nei carri armati dei militari rivoluzionari. Uno di loro le chiese una sigaretta, ma lei non ne aveva. Gli diede invece l’unica cosa che aveva con sé, un garofano rosso che il soldato mise nella canna del suo fucile.
Al posto di tornarsene a casa, Caeiro si mischiò alla folla che era scesa in strada e continuò a dare i suoi garofani rossi ai militari.
È grazie a lei se la Rivoluzione dei garofani si chiama così.
Un podcast
Come dicevo all’inizio di questa newsletter, la Rivoluzione dei garofani ha qualcosa di magico.
Inizia con una canzone, si riempie di fiori, mette fine al regime fascista più lungo d’Europa facendo solo quattro morti.
Ma oltre la magia, la realtà è un po’ più complessa.
“Credo che il 25 di aprile non sia stata una rivoluzione pacifica. Questo è solo un altro dei miti che fanno parte della nostra storia e che finisce per non dare dignità alle persone che lottarono contro il fascismo e il colonialismo portoghese.
A farci tornare con i piedi per terra è l’attore e regista André Amálio, autore di numerose opere teatrali sulla colonizzazione portoghese.
L’impero portoghese è stato infatti l’ultimo regime coloniale europeo a cadere. In Angola, Capo Verde, Guinea-Bissau e Mozambico, la guerra tra militari portoghesi e movimenti di liberazione nazionali dura undici, lunghi anni.
Il 25 aprile 1974, i militari stanno attenti a non ferire nessuno.
Le uniche vittime, quel giorno, sono quattro persone uccise dalla polizia vicina al regime.
Ma alle sue spalle, la Rivoluzione dei garofani ha una guerra in cui sono morte almeno 60.000 persone.
E questa guerra e questi morti vanno ricordati, perché senza di loro non ci sarebbero state le canzoni, i fiori, la libertà e la magia.
È tutto per oggi!
A venerdì prossimo (il 5 maggio!),
Roberta